da Redazione | 18 Maggio, 2020 | Senza categoria
Negli ultimi anni, è stato introdotto anche in Italia l’uso della cannabis come medicinale, o cannabis terapeutica. E più recentemente è stata riconosciuta anche in Sicilia la gratuità del farmaco dietro prescrizione medica per la cura di alcune patologie.
A livello nazionale, viene utilizzato per combattere il dolore cronico la “Cannabis FM-2” (contenente THC 5-8% e CBD 7,5-12%), prodotta in Italia in conformità alle direttive europee in materia di medicinali sulla base di un processo produttivo controllato ed eseguito in una officina farmaceutica autorizzata (l’Istituto militare di Firenze) dall’Aifa – Agenzia italiana del farmaco. La distribuzione è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, attivo presso il Ministero della Salute. Inoltre da diversi anni alcune farmacie in Italia come prodotto galenico producono già altre formulazioni con concentrazioni di THC fino a 19%.
Con un decreto dell’assessore regionale alla Salute, lo scorso gennaio, la Regione siciliana ha riconosciuto, per talune patologie, previa prescrizione dei medici specialisti (per un massimo di sei mesi), l’erogazione a carico del Sistema sanitario regionale e la gratuità per i pazienti dei preparati a base di cannabinoidi. Il documento è uno dei risultati prodotti dal Tavolo tecnico sulla cannabis a uso terapeutico istituito presso lo stesso assessorato regionale. Nel decreto viene specificato che tra le patologie per cui è prevista l’erogazione a carico del Ssr vi sono quelle per le quali sussistono già concrete evidenze scientifiche, cioè pazienti affetti da dolore cronico e neuropatico e da spasticità da sclerosi multipla.
Parallelamente, con le aperture normative dalla legge 242 del 2016 (che riguarda la coltivazione di cannabis a uso industriale) ad alcuni più recenti decreti e circolari ministeriali, si è diffuso l’utilizzo di “Cannabis light” e CBD, per scopi legati alla riduzione dello stress psico-fisico. Nonostante la selva di norme, talvolta poco chiare, si può provare a sintetizzare che per la legge italiana le piante di cannabis che non superano lo 0.6% di livello di THC non sarebbero sostanze stupefacenti, almeno tenendo conto della definizione di stupefacenti cristallizzata nel Testo unico sulle sostanze stupefacenti del 1990.
Quanto al CBD, non rientrerebbe fra le sostanze psicotrope, a differenza dell’altro summenzionato cannabinoide conosciuto con la sigla THC. E infatti ad oggi, i settori di classificazione del cannabidiolo (CBD) e suoi estratti possono ricadere nell’ambito farmaceutico, cosmetico e alimentare, tutti con non poche restrizioni. Il cannabidiolo è da più parti riconosciuto efficace nella diminuzione dei livelli di stress fisico e mentale, gli si attribuisce una funzione protettiva del sistema nervoso per alcuni aspetti, distende la muscolatura che tanto infastidisce nel caso di contratture (per questo viene utilizzato da molti l’olio di CBD per i massaggi, anche per gli atleti professionisti) e per la riduzione degli stati infiammatori (anche cronici).
Ogni disturbo che porta a sentire il dolore presuppone l’esistenza di uno stato infiammatorio alla base, per cui i mediatori infiammatori agiscono da invasori che devono essere scacciati dal corpo dando l’allarme con il dolore appunto. Il profilo infiammatorio può presentare variazioni da una persona all’altra e può presentare variazioni nella stessa persona in momenti diversi: la chiave per il trattamento delle sindromi dolorose è la comprensione del loro profilo infiammatorio, per poi poter intervenire con opportuni dosaggi di CBD per dolori. In altre parole la percezione del dolore dipende dal livello di infiammazione, che rappresenta la risposta del sistema immunitario impegnato nel tentativo di arginare un problema di varia origine.
Alcune delle più diffuse sindromi dolorose sono artrite, mal di schiena, dolore al collo, fibromialgia, cistite interstiziale, emicrania, borsite, dolore alla spalla. L’obiettivo con il cbd è l’inibizione o la soppressione della produzione dei mediatori infiammatori e l’inibizione o la regolazione della trasmissione al proprio sistema nervoso di quei messaggi che sono la causa del dolore. Un risultato positivo è quello che induce meno infiammazione e quindi meno dolore.
da Redazione | 1 Aprile, 2020 | Senza categoria
Portare la cannabis in cucina, soprattutto nell’alta ristorazione, è una vera sfida, e la chef Andrea Drummer non si è tirata indietro.
La cannabis in cucina, nei paesi dove è legalizzata, trova sempre più spazio, anche nell’alta ristorazione. Ne è una prova inequivocabile la recente apertura della chef Andrea Drummer, il Lowell Cafe, dove la marijuana biologica incontra amuse bouche con nachos vegane a base di cavolfiore e una leggera cioccolata di ispirazione messicana. Lei non solo ha messo a punto un menù d’eccezione, ma anche selezionato la cannabis da utilizzare in cucina.
L’idea della cannabis in cucina secondo la chef Andrea Drummer
Come si è arrivati a vedere la cannabis in cucina, soprattutto quella di ristoranti blasonati ed esclusivi, quando in alcuni parti del mondo questa sostanza è ancora molto stigmatizzata? L’idea della chef Andrea Drummer ha iniziato a prendere forma con un progetto portato avanti con la collaborazione di Spotify chiamato Breaking Bread, in cui la cuoca metteva a punto un menù a base di cannabis da servire ad una serie di ospiti speciali.
Confrontandosi con quell’ambiente, venendo in contatto con tutta una serie di varietà e tipologie diverse di cannabis, la chef Andrea Drummer ha cominciato a impratichirsi con questo ingrediente. In più spesso i personaggi presenti allo show erano del mestiere, e portavano cannabis che loro stessi coltivavano con brand diversi.
Quello che notò la cuoca però è che spesso utilizzare la cannabis in cucina era molto diverso da mettere le mani su quella che si consuma abitualmente fumando: quest’ultima tende ad avere un odore e ancora di più un sapore molto intenso, al punto da non prestarsi bene per molti piatti.
Da qui l’idea di creare una varietà di cannabis biologica perfetta per la cucina, così da avere l’ingrediente giusto per creare un menù davvero degno dell’alta ristorazione. Le cose però, a questo punto, si sono fatte complicate: la chef Andrea Drummer non voleva solo un posto dove poter servire il suo cibo a base di marijuana, ma anche un posto dove i clienti potessero provare la sua varietà nel modo più «classico».
Ci sono voluti più di tre anni prima che a West Hollywood le rilasciassero un permesso per l’apertura di questo locale, ma all’inizio del 2020 Lowell Cafe ha aperto i battenti, accogliendo una clientela fatta di persone di ogni tipo. Uno dei vanti della chef Andrea Drummer è di aver accolto molte persone curiose, che aspettavano il momento giusto per avvicinarsi a questo mondo, e grazie alla cannabis in cucina hanno potuto ampliare i propri orizzonti.
da Redazione | 1 Aprile, 2020 | Senza categoria
Nemmeno la quarantena ferma i consumi di canapa legale, anzi, i volumi sono cresciuti.
In questo periodo di quarantena, in tutti i paesi dell’Unione Europea e ancor meno in Italia, i prodotti di cannabis light non rientrano nella categoria di prodotti ritenuti essenziali; per questo, con il decreto che ha portato l’Italia in lockdown, anche in questo settore tutti i negozi specializzati hanno necessariamente dovuto chiudere i battenti.
Ad oggi, la situazione è diversa solo in alcuni stati degli States, dove la canapa terapeutica è stata inserita nella suddetta categoria di prodotti essenziali, permettendone quindi la giustificata apertura degli shop specializzati.
Il nostro Bel Paese sta affrontando innumerevoli sfide, il marasma dell’epidemia con il conseguente blocco totale ha colpito l’economia nazionale, in tutto questo è incluso anche il settore della cosiddetta cannabis light, ovvero tutte quelle attività produttive e commerciali che trattano serie di prodotti a base di canapa legale sativa certificata.
Specifichiamo che questi prodotti dalle proprietà rilassanti, per esser commercializzati, devono dar prova di essere a norma di legge, ovvero devono avere una loro tracciabilità di filiera e, fattore ancor più essenziale, devono essere conformi alle quantità di THC inferiore prevista dalla normativa vigente, ovvero sotto lo 0,5%, ovviamente il tutto deve esser documentato da analisi di laboratorio allegate.
Fatta questa specifica, abbiamo scoperto che questo mercato non si è affatto fermato, come forse un po’ tutti potevano aspettarsi, visto il momento difficile, il blocco totale e anche le fake news che sono circolate inizialmente, dove si propinava l’utilizzo della canapa per “curare” il coronavirus; anzi, in tutta Italia, sia i distributori automatici che le consegne espresse o con corriere, hanno garantito la continuità nella vendita della vasta gamma di prodotti al CBD.
Per affrontare la permanenza in casa, molte persone hanno scelto e continuano ad acquistare prodotti al CBD, perlopiù infiorescenze di canapa legale. In questo, come in altri settori, le richieste dei clienti si sono spostate tutte esclusivamente sul web, ovviamente per rispettare le regole ed evitare di uscire.
da Redazione | 30 Marzo, 2020 | Senza categoria
L’elenco degli stati dove la marijuana è legale, il livello di legalità e altre informazioni.
Il termine marijuana indica una sostanza che viene ricavata dai semi, dalle foglie e dai fiori essiccati della canapa indiana.
Da anni si discute sul suo utilizzo e sui suoi effetti, con una corrente di pensiero che spinge alla sua legalizzazione, e un’altra che non vuole modificare lo stato di illegalità della sostanza.
Tuttavia, è anche vero che il consumo per scopo medico della sostanza è ormai arrivato in molte parti del mondo: la marijuana è infatti utile nel trattamento di alcune malattie, specialmente quelle degenerative dell’apparato nervoso.
In Italia è illegale coltivarla, possederla e venderla, ma in molte parti mondo le leggi sul suo consumo non sono così restrittive.
Vediamo quali.
La lista
I paesi in cui la marijuana è legale sono:
- Argentina: esclusivamente il possesso fino a 5 grammi di inflorescenze essiccate per uso privato. Legale l’uso per scopi terapeutici.
- Austria: legale per usi terapeutici, ma illegale per usi ricreativi. Nel 2016 il possesso di piccole quantità di Cannabis è stato depenalizzato. La vendita di semi e piante di Cannabis è legale.
- Canada: legale sia per uso terapeutico sia per uso ricreativo, attraverso il Cannabis Act legalizza la cannabis a scopo ricreativo consentendo ai cittadini di coltivare fino ad un massimo di 4 piante a domicilio.
- Cile: è stato ufficialmente depenalizzato l’uso privato e personale della cannabis ed è consentita la coltivazione per scopi medicinali e ricreativi, così come la vendita di farmaci derivati dalla cannabis.
- Corea del Nord: legale sia per scopo terapeutico sia per scopo ricreativo; infatti, il governo nord-coreano non considera la cannabis come una droga.
- Georgia: legale da luglio 2018 il possesso e la consumazione, sia ricreativa sia terapeutica, ma non lo spaccio.
- Germania: depenalizzato il possesso entro i 10 grammi.
- Giamaica: legale il possesso fino a 56,70 grammi e la coltivazione fino a 5 piante. I rastafariani possono utilizzare, possedere e coltivare cannabis senza limitazione alcuna all’interno dei luoghi di culto.
- Lussemburgo: legali possesso ed uso per scopi medici, purché il consumatore sia adulto e non coinvolga minorenni.
- Malta: legale l’uso per scopi terapeutici e depenalizzato il possesso fino a 3,5 grammi.
- Messico: illegale, ma depenalizzato l’uso personale. Legale per scopi terapeutici, ma solo se la pianta ha un contenuto di THC inferiore all’1%.
- Paesi Bassi
- Repubblica Ceca: è legale possedere fino a 15 grammi di marijuana, è anche legale coltivare questa specie vegetale per uso personale.È vietata la vendita. Legale l’uso per scopi terapeutici.
- Uruguay: L’Uruguay è stato il primo Stato al mondo a legalizzare nel dicembre 2013 la coltivazione e la vendita di marijuana, rendendola monopolio di Stato.
- Svizzera e Stati UnitiPer quanto riguarda la Svizzera, sono illegali il possesso e la coltivazione della cannabis sotto forma di stupefacente, con THC superiore all’1%. La Svizzera ha, inoltre, votato un’iniziativa popolare per depenalizzare l’uso della canapa il 30 novembre 2008, ma è stata respinta dagli elettori svizzeri. Tuttavia, dal 1º gennaio 2012, nei cantoni Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Friburgo, è consentito coltivare nella propria abitazione fino ad un numero massimo di 5 piante per persona, ma con un tenore di THC inferiore al 1%, ovvero cannabis light.
Negli Stati Uniti, invece, è illegale l’uso a livello federale per qualsiasi ragione.
Tuttavia, 29 stati ed il Distretto della Columbia hanno approvato normative che contemplano l’esenzione dal divieto per uso medico. Nel 2012, invece, gli elettori degli stati del Colorado e Washington hanno scelto di legalizzare l’uso personale fino ad un’oncia, circa 28,35 grammi, e di implementare licenze per la coltivazione e la distribuzione a scopo ricreativo.
Nel novembre 2014 anche gli stati dell’Alaska, Oregon e Washington D.C. hanno legalizzato la vendita di cannabis a scopo ricreativo; a questi si sono aggiunti, in seguito al Referendum di novembre 2016, anche California, Massachusetts, Maine e Nevada.
Dal gennaio del 2018 il Vermont è divenuto il nono Stato U.S.A a legalizzare la cannabis a scopo ricreativo, e il primo a farlo per via parlamentare. L’Illinois si è dichiarato a favore della legalizzazione, in pratica ufficialmente a partire da gennaio 2020.
da Redazione | 28 Marzo, 2020 | Senza categoria
Per l’emergenza Covid19 tanti restano a casa e così c’è un boom di richieste per ricevere a domicilio la cannabis light, cioè la canapa legale.
In queste settimane molti negozianti in tutta Italia hanno ampliato l’offerta del proprio punto vendita iniziando ad accettare ordini da consegnare a domicilio, il modo migliore per tante persone anziane e non, di fare la spesa. Ovviamente questi servizi in molti supermercati sono finiti per essere sommersi da richieste di centinaia di cittadini e quindi, per vedersi portare la propria spesa direttamente alla porta, le attese per molti si sono fatte lunghe, anche di settimane. In tutto questo però il servizio a domicilio è stato implementato anche da negozi che non forniscono beni considerati solitamente di prima necessità, un esempio ? Gli store di Cannabis Light .
Se fino a qualche giorno fa’ ci sorprendevamo guardando le lunghe file davanti ai Coffee Shop olandesi che avevano annunciato la chiusura imminente causa #covid19 , ora tutto sembra più vicino.
Puoi ordinare tranquillamente dal tuo cellulare l’infiorescenza di Cannabis Light che preferisci e, visti i recenti studi, fumare Cannabis Light potrebbe aiutarti a rilassare e a dormire, un aiuto in più contro il coronavirus !
Noi di GanjaMagazine abbiamo provato diverse infiorescenze da www.freesmoking.it , la consegna è stata rapidissima e le infiorescenze ci hanno stupito molto !
da Redazione | 26 Marzo, 2020 | Senza categoria
Cannabis light donata a medici e ospedali
Tra le donazioni agli ospedali e al personale sanitario ne spicca una molto particolare, ma con un suo senso. Parliamo di una azienda di Bergamo, la Weedbase, che ha deciso di donare un quantitativo di cannabis light e Cbd (il principio attivo non stupefacente) per un valore di 100 mila euro. Il Cbd, grazie alle proprietà distensive e rilassanti, aiuterebbe il personale sanitario, provato dall’emergenza prolungata da Coronavirus ed esausto.
«Abbiamo donato e continueremo a donare a tutte le strutture ospedaliere, di assistenza, di sostegno che in queste ore stanno salvando vite», spiega Matteo Dubbini, l’imprenditore a capo di Weedbase: «I nostri prodotti possono aiutare chiunque in questa battaglia. Ci sono dottori e dottoresse che si commuovono nel vedere i nostri scatoloni pieni di prodotti legali e di grande sostegno in questo periodo storico così delicato. Il personale ha capito che stiamo dando un aiuto tangibile a centinaia di persone. È il nostro modo di ringraziarli per l’enorme sacrificio che stanno portando avanti».
Tra i benefici del Cbd, il rilassamento fisico ed emotivo, molto importante per il personale sanitario in periodi particolarmente inclini allo stress. Naturalmente la cannabis in questione è perfettamente legale, avendo un livello di Thc inferiore allo 0,2%.
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