da Redazione | 30 Aprile, 2020 | Italia, Notizie
Quartu, 30 aprile 2020 – Un ragazzo è stato arrestato nei giorni scorsi a Quartu con l’accusa di detenzione e spaccio di droga. L’uomo B.C. di 30 anni è stato trovato in possesso di droga per un valore complessivo sul mercato di oltre 100 mila euro.
Il 30enne aveva studiato il commercio di sostanza stupefacente nei minimi dettagli spacciandolo come fosse vendita di canapa legale.
La marijuana veniva infatti confezionata in bustine con logo che indicava la presenza di canapa come se in realtà fosse legale, ovvero a basso contenuto di principio attivo Thc.
Il venditore-spacciatore avrebbe avuto inoltre l’ardire di pubblicizzare l’arrivo di nuova merce anche attraverso i social network.
Il blitz della polizia è scattato grazie alla segnalazione giunta al commissiariato di Quartu tramite la App YouPol.
Il giovane è stato individato e in seguito ad un controllo presso il suo domicilio è stato possibile riscontrare che lo stesso aveva trasformato parte della sua casa in una piccola serra per le piante di cannabis con un piccolo laboratorio al seguto per tagliare la droga e per effettuare l’estrazione dell’hascish dalla resina della droga, oltre che tutto l’occorrente per il confezionamento con bustine corredate di marchio di fabbrica.
A seguito del bliz sono state sequestrate 63 piante di cannabis, 900 grammi di polvere resinosa di marijuana e 700 grammi di droga già essiccata. Il giovane, dopo la convalida del provvedimento, ora si trova agli arresti domiciliari.
da Redazione | 30 Aprile, 2020 | Italia, Notizie
Tra modifiche operative e nuovi gusti dei consumatori, il mercato Usa continua a tirare soprattutto per i prodotti a base di CBD. Analogo il quadro italiano, con l’aumento dell’uso di cannabs light per il benessere psicofisico: lo rivela un questionario di EasyJoint.it
A cinque settimane dai primi ordini di quarantena, gli Stati Uniti restano il Paese più colpito dal Covid-19: oltre un milione i contagi confermati con quasi 60.000 decessi. Ugualmente pesante la crisi economica: 22 milioni di americani hanno formalmente richiesto il sussidio di disoccupazione nell’ultimo mese, e si prevede che i bilanci statali perderanno complessivamente almeno 500 miliardi di dollari fino all’anno fiscale 2022. Nel mirino anche il futuro del promettente settore della cannabis legale, mentre il quadro resta fluido e diverso nei vari Stati che la prevedono.
Promesse che potranno concretizzarsi solo sostenendo il settore in questa fase delicata. Ciò vuol dire innanzitutto garantire in qualche modo lo stimolo economico anche a queste aziende, pur se finora escluse perché a livello federale vige comunque il proibizionismo. È questo l’obiettivo di un apposito disegno di legge appena presentato deputati Democratici Earl Blumenauer (Oregon) ed Ed Perlmutter (Colorado). E sull’onda delle celebrazioni del 4/20, le strutture più consolidate continuano a impegnarsi per dare una mano. È il caso della californiana Caliva che ha contribuito fino a 10.000 dollari alla Silicon Valley Strong, entità creata proprio per aiutare i residenti meno abbienti che rischiano di essere trasferiti altrove, oltre ad aver donato migliaia di strumenti protettivi allo staff del Valley Medical Center di Santa Clara.
In ogni caso, il settore della cannabis legale Usa rimane quasi ovunque uno dei servizi essenziali, pur se il consumo sembra soggetto ad andamenti alterni. In Massachusetts, il cui governatore ha ordinato la chiusura totale, decisione che molti ritengono catastrofica per l’eventuale ripresa successiva. Intanto nel giro di 10 giorni si è registrato un picco di 1.300 richieste per la tessera terapeutica. In California e Colorado i negozi restano aperti, e le ordinazioni fioccano, pur se online o al telefono, con consegna a domicilio o fuori dai negozi. In forte crescita gli investimenti nelle app mobili, ma è sotto pressione la filiera produttiva e distributiva, vista l’ovvia riduzione del personale.
Modifiche operative che probabilmente resteranno valide anche nel post-Covid, come pure certe nuove abitudini dei consumatori. Tra cui la scelta di passare a prodotti commestibili, rispetto al fumo con danni aggiuntivi ai polmoni, e soprattutto optare per prodotti a base di Cbd, pressoché privi del principio attivo. Vanno forte i biscottini, anche senza glutine, vegani, senza zucchero, e perfino kosher. Ciò per i comprovati effetti calmanti del Cbd contro ansia, depressione e insonnia, disturbi sempre più frequenti proprio per via della quarantena forzata. Oltre che per mantenere o ritrovare il buon umore.
Analogo il quadro italiano, fatte le dovute proporzioni, rispetto al corrispettivo mercato della cannabis light. Lo si deduce da un apposito questionario proposto agli acquirenti su EasyJoint.it per verificare eventuali cambiamenti nei consumi e nelle motivazioni durante l’emergenza covid rispetto ai periodi precedenti. Le risposte ricevute tra il 14 e il 19 aprile, quasi 1.500 in totale, hanno rivelato che con la quarantena i consumi sono quasi raddoppiati.
In base ai dati del negozio online, fino a gennaio 2020, il consumo medio era di 2,93 grammi a settimana, mentre ora si è passati a 4,01 grammi pro capite, con una riduzione del 10% dei consumi inferiori al grammo/settimana. Emerge uno scivolamento tra il consumo sotto il grammo verso la fascia fino a 5 grammi con un aumento del 7% di chi ne consuma oggi tra i 5 ed i 10 grammi a settimana e un raddoppio, dal 2 al 4%, di chi ne usa più di 10 grammi a settimana corrispondente all’uso giornaliero.
Interessante analizzare le motivazioni che portano all’acquisto: il 23% dice di usarla per superare l’ansia, il 20% per migliorare la qualità del sonno. Vi è un incremento del 3% tra chi la utilizza per migliorare l’umore. E alla domanda generale se la cannabis light abbia aiutato in questo periodo, l’87% ha risposto di sì, e per il 50% di questi ha contribuito specificamente ad alleviare situazioni di ansia e stress.
da Redazione | 29 Aprile, 2020 | Italia
La scelta di eliminare dalla propria dieta gli alimenti di origine animale, come nel caso di vegani e vegetariani, può portare non solo a una carenza di proteine, ma anche al rischio di una varietà minore di pietanze o comunque tali da non soddisfare il bisogno di sostanze nutritive del nostro corpo. Per ovviare a questi inconvenienti quelli che hanno aderito a questo tipo di alimentazione, che è diventata quasi una filosofia, fanno ricorso ai cosiddetti superalimenti, di cui un esempio lampante sono i semi di marijuana.
Tra queste nuove forme di alimentazione, i semi di canapa sono forse quelli che meglio si prestano per la preparazione, anche quotidiana, di deliziose pietanze. Essi hanno infatti il vantaggio di poter essere utilizzati in maniera versatile, poiché da questi si possono anche ricavare farina e olio, e quindi possono essere inseriti in cucina per le più svariate ricette e per esperimenti culinari interessanti. Non lasciatevi impressionare dall’ampia scelta di semi di cannabis online: tutti hanno le medesime proprietà benefiche e le stesse importantissime sostanze nutritive.
Perché è consigliato per diete vegetariane e vegane?
I semi di marijuana sono particolarmente utili per chi ha rinunciato a mangiare carne, pesce e derivati animali in quanto sono un concentrato di proteine. Non solo, essi contengono l’intera gamma di proteine di cui il nostro corpo necessita. Difatti, l’organismo umano non è in grado di sintetizzare da solo i composti proteici, che devono essere assunti necessariamente attraverso l’alimentazione.
Si capisce come questo si riveli fondamentale per vegetariani e vegani, che non potendo assumere la grande quantità di proteine attraverso alimenti di origine animale, devono riuscire a trovare dei sostituti, non sempre efficaci. Questo non è da sottovalutare in quanto la carenza di proteine può avere degli effetti collaterali anche molto gravi. Se in forma lieve si parla più che altro di sonnolenza, incapacità di concentrazione e fare attività fisica, a lungo andare è possibile arrivare alla deplezione muscolare, quando i nostri muscoli si autoingeriscono per assumere le sostanze che servono loro. Altre conseguenze possono essere danni agli occhi o la cessazione della crescita di tutte quelle parti del nostro corpo che sono fatte anche da proteine (unghie, capelli, ormoni, ecc.).
Ma non solo per loro…
Se è evidente il vantaggio di inserire nella dieta questo alimento per le categorie di cui sopra, non possono essere trascurate le altre proprietà benefiche di questi semi, che sono stati apprezzati da una platea di persone molto più ampio.
In primo luogo, anche se sembrerà un po’ più frivolo, i semi di cannabis hanno un piacevole gusto alla nocciola, ideale ad arricchire i più svariati piatti. Per esempio, vengono sostituiti ai pinoli o accompagnati ad essi nei pesti della nostra tradizione o vengono aggiunti alle zuppe invece dei semi di zucca. Sono anche un complemento ideale per le insalate, per dare un tocco in più di energia alla salubre abitudine di fare un pasto leggero.
Passando invece alle cose strettamente legate ai benefici per la salute dei semi, non si può non menzionare il fatto che tali prodotti contengono gli acidi grassi insaturi Omega-3 e Omega-6, assai conosciuti per abbassare i trigliceridi e il colesterolo nel sangue. L’effetto di questa azione è quello di favorire il flusso del sangue in vene ed arterie, prevenendo la formazione di placche che le renderebbero più rigide, nonché quello di migliorare l’apporto sanguigno nel cuore. Per questo motivo alcuni sostengono che aiuterebbe a combattere l’insorgenza di infarti.
Non sono inoltre da trascurare i benefici per la digestione delle fibre dei cuori dei semi di marijuana, che aiutano nella pulizia dei residui dell’apparato digerente, con ottimi risultati.
Un’ulteriore dato positivo è che questo prodotto può essere mangiato anche dai celiaci, in tutta tranquillità, non contenendo traccia alcuna di glutine. Un alimento, quindi, che non presenta controindicazioni e che è adatto a tutti.
In cucina
Per concludere, occorre poi considerare un’altra delle chiavi del successo dei semi di cannabis a fini alimentari. Questi possono essere polverizzati per ricavarne una farina oppure se ne può ottenere l’olio con la spremitura a freddo. Mentre la farina mantiene il sapore tipico del seme alla nocciola, l’estratto oleoso ha un gusto più simile al fieno, tanto che viene spesso allungato con diversi tipi di oli, al fine di mitigarlo e renderlo più bilanciato.
In ogni caso, questi procedimenti hanno permesso di inserire a tavola dei derivati dei semi di marijuana con tutte le proprietà dette sopra, con il surplus che si tratta di ingredienti di più immediata maneggiabilità in cucina. In un paese come l’Italia l’olio viene usato un po’ dappertutto, per cui non è certo difficile immaginare gli utilizzi degli estratti oleosi della cannabis e la farina non è da meno. Si pensi anche solo al fatto che molto spesso la farina di cannabis viene utilizzata per fare il pane, alimento di base della nostra alimentazione.
Non meraviglia allora che il mondo si stia mano a mano sostituendo questi alimenti a quelli della tradizione, a maggior ragione in quanto questi non causano danni alla salute, ma anzi sono in grado di migliorarla. Dal Brasile agli Stati Uniti e sempre di più anche in Europa è iniziata la corsa ai negozi biologici o agli shop online specializzati come Sensoryseeds per fare accaparrarsi le migliori sementi, per cavalcare l’onda di questo nuovo trend.
da Redazione | 23 Aprile, 2020 | Eventi, Mondo
Hezbollah si oppone, ‘non è fattibile sul piano economico’
Il parlamento del Libano, che è il terzo produttore di droga al mondo dopo Afghanistan e Marocco, ha approvato per la prima volta nella sua storia la legalizzazione della cannabis a fini terapeutici. Lo riferiscono media libanesi, citando i risultati della seduta parlamentare svoltasi nelle ultime ore a Beirut in una sede temporanea a causa delle misure per il Covid-19. La proposta di legge era stata presentata dal presidente della camera Nabih Berri, leader del partito sciita Amal, alleato degli Hezbollah filo-iraniani. Ma proprio gli Hezbollah, che controllano di fatto ampie zone della valle della Bekaa – notoriamente luogo di coltivazione illegale della cannabis – si sono opposti all’approvazione della legge, affermando che la legalizzazione della canapa indiana “non è fattibile dal punto di vista economico”. La legge approvata oggi mantiene la penalizzazione sulla vendita e il consumo della canapa indiana, che potrà invece essere somministrata in ambito medico.
da Redazione | 23 Aprile, 2020 | Italia, Normative
Coronavirus, parla il titolare di un Grow shop che vende cannabis legale e atrezzature per la coltivazione di piante indoor: “Molti clienti continuano ad aver bisogno di marijuana e mi chiedono di rifornirli. Per qualcuno l’ho fatto e mi sono sentito braccato come uno spacciatore di cocaina. Perché noi no e i tabaccai si?”
“Però, per piacere, non mettere il nome altrimenti veramente sfogano ncuollo a me. Hai visto? Devo rilasciare una intervista senza nome, come i delinquenti, gli spacciatori…” C. ha poco più di 40 anni, non è napoletano, ha un grow shop a Napoli, cioè vende marijuana e cannabis legale, quella senza Thc, tetraidrocannabinolo, vietato dalla legge ma con alto contenuto di Cbd, il cannabidiolo ‘legale’ (in realtà è legale venderlo) giudicato rilassante.
Perché dici che siete finiti come gli spacciatori?
Ho scelto di aprire un negozio di cannabis legale, alla luce del sole, vendo cannabis, infiorescenze e attrezzature per la coltivazione di piante indoor. Oggi col blocco Coronavirus non posso più vender niente.
Beh, sei come tanti nella tua situazione. Ma che significa quindi ‘finito come gli spacciatori’ ?
Anzitutto: l’erba è un prodotto organico, tende al deterioramento, se non correttamente conservata si secca, perde in fragranza e sapore. E poi molti clienti mi chiedono di rifornirli ugualmente ‘fuori mano’. Lo confesso: per qualcuno l’ho fatto. Di nascosto, come appunto fanno i pusher che vendono cocaina. Una mortificazione e una paura di essere beccato e passare un guaio.
Certo ma resta il fatto che è illegale commerciare non diversamente previsto dal decreto
Ovviamente e ne sono consapevole. Mi incuriosisce però una cosa: perché i tabaccai possono vendere sigarette, perché le enoteche possono vendere vino e liquori? Io vendo un prodotto che viene usato per rilassarsi e viene utilizzato anche da persone ammalate.
Per queste ultime però ci sono altri canali, quelli farmacologici…
Sicuramente. Ma sai quanta gente presa dall’ansia del Coronavirus, della malattia, della morte, è andata in panico? Un pomeriggio mi chiama un cliente, un amico, ‘ti prego fammi rilassare un po’ perché sto chiuso in casa tra quarantena e malattia non ce la faccio più’. Che si può fare? Non ho capito, se prendono uno psicofarmaco è meglio?
Gli psicofarmaci vengono assunti sotto prescrizione medica, l’erba in questo caso si vende al dettaglio.
Ma se posso evitare che qualcuno si bombardi di farmaci per l’ansia non è meglio? C’è gente che non riesce a dormire, c’è gente che non riesce a stare più a casa, non sopporta più niente. Uno svago serale, due boccate a una canna…
…che fa male, come le sigarette.
Certamente. Ma sai quante cose fanno male?
Ma il futuro della tua attività come lo vedi?
Secondo me appena riapro ho la fila di clienti. E poi molta gente ha deciso di farsi una piantina a casa…spero sia prima o poi definitivamente legale.
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