da Redazione | 17 Gennaio, 2020 | Cultura, Italia, Notizie
C’è un cortocircuito sull’uso della cannabis per la terapia del dolore in Lombardia. Tutto a causa di nuove regole prescrittive (la circolare 41027/2019) che “cozzano” con quelle precedenti ma non annullano i piani semestrali di terapia, indispensabili per poter avere accesso ai farmaci.
Quello che sta accadendo ha dell’assurdo: il malato, con in mano una prescrizione perfettamente valida, redatta con le regole in vigore fino al 31 dicembre 2019 e mai formalmente annullata dalla circolare entrata in vigore a gennaio, si reca in farmacia per la preparazione mensile; ma il farmacista, che deve applicare le nuove regole alla lettera, non accetta la prescrizione. E il paziente torna a casa a mani vuote, salvo poi correre (anche senza appuntamento) in uno degli ambulatori lombardi di terapia del dolore per farsi redigere un piano terapeutico in tutta fretta con le nuove regole.
La denuncia arriva da Marco Cerasa, medico di terapia del dolore dal 2019 al Niguarda dopo una lunga esperienza al San Paolo, che ha scritto una lettera al sito Quotidianosanita.it per spiegare la situazione. Il cortocircuito deriva dal fatto che, dal 2020, la Regione chiede che venga scritto il dosaggio espresso in milligrammi di Thc o Cbd, i due principi attivi della cannabis. Una richiesta che prima non era prevista.
La soluzione? Secondo Cerasa sarebbe semplice: «Una circolare ad hoc che potrebbe rendere chiara la piena validità dei piani terapeutici emessi nel 2019, consentendo quindi al farmacista, senza potenziale violazione di norme, di accogliere ancora le prescrizioni sul ricettario regionale emesse secondo le vecchie regole, magari per i primi sei mesi del 2020, evitando in tal modo importanti disservizi a pazienti già sofferenti». La questione è già approdata in Regione: il consigliere di +Europa Michele Usuelli ha scritto all’assessore al welfare Giulio Gallera proponendo un’altra soluzione, ovvero quella di accettare tutti i piani terapeutici del secondo semestre 2019, che non sarebbero ancora scaduti in modo “naturale”.
Fonte: milanotoday.it
da Redazione | 16 Gennaio, 2020 | Normative, Italia, Notizie
Via libera alla cannabis a tavola. È stato infatti pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa i limiti massimi di Thc negli alimenti. Lo annuncia la Coldiretti. Chiarezza, dunque, sulle nostre tavole per biscotti, taralli, pane, farina, olio, che hanno registrato un boom negli ultimi tempi. Ma c’è anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che fissa i limiti massimi di tetraidrocannabinolo (Thc) negli alimenti, spiega la Coldiretti «sono state date risposte alle centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di questo tipo di pianta. Basti pensare – prosegue – che i terreni coltivati in Italia in cinque anni sono aumentati di dieci volte, passando dai 400 ettari del 2013 a quasi 4000 nel 2018».
Il decreto del ministero della Salute stabilisce, in particolare, che il limite massimo di Thc per i semi di cannabis sativa, la farina ottenuta da semi e gli integratori contenenti alimenti derivati, è di 2 milligrammi per chilo, mentre per l’olio ottenuto da semi è di 5 milligrammi per chilo.
«L’attesa pubblicazione in Gazzetta fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni, rileva Coldiretti, ha visto un vero e proprio boom. Un tipo di coltivazione – conclude – che si estende in tutta Italia, un vero e proprio ritorno visto che fino agli anni ’40 gli ettari dedicati erano quasi 100 mila».
Fonte: ilmessaggero.it
da Redazione | 10 Gennaio, 2020 | Notizie, Italia, Normative
E’ stata depositata oggi la versione definitiva del testo del disegno di legge “Manifesto per la cannabis libera”, già anticipato in via preventiva all’ufficio testi del Senato lo scorso mese di settembre. Il primo firmatario sarà il savonese senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero.
“Finalmente la maggioranza è composta da forze politiche che separatamente si sono tutte espresse favorevolmente, adesso è quindi il momento di agire. Legalizzare la cannabis è una questione di buonsenso e una priorità per il paese. Quello di oggi è un altro importante passo su questo percorso difficile, ma che abbiamo il dovere di portare a termine. Sono onorato di aver potuto svolgere, spero bene, il mio ruolo di portavoce, grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla scrittura del testo” spiega il senatore del M5S.
“E’ necessario che si inizi l’iter per lavorare e approvare queste leggi – continua Mantero – è ancora più importante oggi alla luce della recente sentenza della Cassazione sulle droghe, che non ha depenalizzato l’autoproduzione ma ha riscontrato una problematica che era presente nella norma italiana. Bisogna regolamentare l’autoproduzione, indicare quali sono i limiti, i criteri”.
“E’ un’urgenza perchè la depenalizzazione delle droghe leggere porta diversi effetti positivi, intanto è un colpo importante alla criminalità organizzata, gli crea un danno di quasi 4 miliardi di euro, è un risparmio per le casse dello Stato di circa 800 milioni di euro sia per le spese di giustizia sia per le spese delle forze dell’ordine, ma soprattutto è molto importante per i 5-6 milioni di italiani che consumano cannabis e che fino ad oggi sono costretti a rivolgersi alla criminalità organizzata per non rischiare una condanna penale” conclude Matteo Mantero.
Fonte: savonanews.it
da Redazione | 9 Gennaio, 2020 | Cultura, Italia, Mondo, Notizie
La pianta di cannabis è nota perché una delle oltre 400 sostanze chimiche contiene, il THC, può avere effetti potenti sul cervello. Fino ad ora si pensava che questa fosse la sostanza più psicoattiva prodotta da questa pianta ma sembra che non sia così.
Un team di ricercatori italiani ha infatti annunciato la scoperta di due nuove sostanze cannabinoidi prodotte dalla cannabis, il tetraidrocannabiforolo (THCP) e il cannabidiforolo (CBDP).
Mentre la seconda sostanza può essere considerata molto vicina al cannabidiolo (CBD), una sostanza con effetti rilassanti e che favorisce il sonno, la prima sostanza, a detta degli stessi ricercatori, risulta almeno 30 volte più potente del THC stesso, come riferisce un articolo su Vice che riprende lo stesso studio.
È quello che hanno scoperto i ricercatori eseguendo esperimenti sui topi e iniettando nel corpo di questi ultimi basse dosi di THCP. Quest’ultimo sembrava molto più attivo del THC, anche se ciò non vuole automaticamente dire che una sostanza del genere può avere sugli esseri umani un effetto psicoattivo 30 volte maggiore di quello del THC.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports potrebbe spiegare perché quando si fumano diverse miscele di marijuana si ottengono sensazioni diverse e in generale potrebbe essere utile per chiarire ancor di più l’utilizzo medicinale dello stesso THC.
I ricercatori hanno trovato quantità di THCP e CBDP relativamente basse nelle piante che hanno analizzato ma credono che in altre varietà di cannabis potrebbero essercene quantità maggiori e ciò andrà accertato con ulteriori studi.
Se ciò fosse vero, questi nuovi cannabinoidi potrebbero essere prodotti ad elevate quantità ma si tratta di eventualità ancora molto lontane dalla realtà anche perché non si sa neanche se il CBDP e il THCP possano realmente rivelarsi utili a livello medico come le controparti.
Gli studi necessari potrebbero portare via diversi anni, molti più tempo di quanto sarebbe necessario. Le ricerche riguardo a questa pianta potrebbero essere infatti rallentate dal fatto che essa è considerata illegale ed una droga illecita in molte regioni del mondo.
Fonte: notiziescientifiche.it
da Redazione | 30 Dicembre, 2019 | Italia, Normative, Notizie
Antonio Tajani, forzista, già presidente del Parlamento europeo scrive su Twitter che “tutti coloro che fanno uso di droghe pesanti hanno iniziato facendosi una canna”. Nel mirino, naturalmente, la recente sentenza della Cassazione a sezioni unite che ha decretato legittima, a certe condizioni, la coltivazione di qualche piantina di marijuana in casa. La tesi del centrodestra è sempre la stessa: si inizia con lo spinello e si arriva alla cocaina e all’eroina. La pietra scagliata nello stagno da Tajani ha sollevato una marea di commenti e di riflessioni. Non ultima quella del professore Roberto Burioni, notissimo alle cronache per la sua battaglia contro i no vax.
Questa volta Burioni sceglie l’arma dell’ironia e replica a Tajani: “Tutti quelli che hanno infilzato il cognato con un serramanico hanno iniziato tagliando il filetto con un coltello da cucina. Cosa ne pensate della sentenza della Cassazione sulla libera vendita dei coltelli da cucina? Tajani controreplica: “Caro Professore, mi spiace che lei ironizzi su una verità incontrovertibile. È mai stato in una comunità di recupero per tossicodipendenti? Tutti le direbbero quello che ho detto io”.
Ma ormai la disputa è uscita dal suo contesto socio-politico. Gli utenti di Twitter si scatenano infatti a chi, seguendo Burioni, trova la connessione logica fra un fatto e le sue conseguenze. “Tutti quelli che sono dipendenti dal gioco hanno iniziato con la tombola. Voi che ne pensate sulla sentenza della Cassazione sulla libera vendita delle cartelle e del tombolone?, si scrive. O ancora: “Tutti gli alcolizzati hanno cominciato a bere latte da piccoli, sarà un caso?”. E ancora la sottile ironia di una signora che scrive: “Io ho iniziato a 12 anni con un bacio…”.
Qualcuno cerca di fare rientrare la vita e la politica. Ma non riescono a fare breccia. E si torna a fare paragoni: “Tutti gli alcolisti hanno iniziato facendosi un bicchierino di vino. Lei cosa ne pensa della libera vendita degli alcolici”. Altre ironie: “Hai ragione. Mio cugino ha incominciato da piccolo suonando ai citofoni, adesso è Testimone di Geova”. E “credo che moltissimi criminali abbiano fatto le scuole dell’obbligo. Io le abolire, almeno le elementari… le più subdole”.
da Redazione | 27 Dicembre, 2019 | Notizie, Italia, Normative
Non si fanno attendere le reazioni alla sentenza della Cassazione secondo cui non costituirà più reato coltivare in minime quantità la cannabis in casa. Una pronuncia epocale quella delle sezioni unite penali, secondo molti osservatori. La sentenza arrivata il 19 dicembre ha deliberato per la prima volta che “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica”. Mantero, M5S: “Sentenza storica. Ora il legislatore si svegli” Scrive su Facebook il senatore M5s, Matteo Mantero: “Ancora una volta la giurisprudenza fa le veci di un legislatore vigliacco. Oggi si mette fine alla stortura tutta italiana di una legge che consegnava il mercato monopolista delle droghe leggere nelle mani della mafia. Fino a questa storica sentenza comprare Cannabis dallo spacciatore, alimentando la criminalita’ e mettendo a rischio la propria salute con prodotti dubbi, non costituiva reato penale mentre coltivare alcune piante sul proprio balcone per uso personale, senza arrecare danno a nessuno, poteva costare il carcere. Adesso e’ arrivato il momento che il legislatore si svegli, la smetta di sottrarsi al proprio dovete e si decida ad affrontare questi temi “scivolosi” o “divisivi” ,qualsiasi cosa vogliano dire questi aggettivi. La cassazione ha aperto la strada, ora tocca a noi. La mia proposta per regolamentare l’auto produzione e’ gia’ depositata da inizio legislatura, puo’ essere un punto di partenza. Diamoci da fare”. Gasparri, FI: “Da Cassazione sentenze diverse” “Leggeremo con attenzione la sentenza della Cassazione in materia di coltivazione della cannabis nelle abitazioni. La stessa Cassazione aveva recentemente emesso sentenze ben diverse, che hanno stroncato il commercio della cosiddetta cannabis light. Quindi bisognera’ capire bene cosa e’ stato scritto. La Cassazione talvolta prende buone decisioni, talvolta si e’ resa protagonista con suoi esponenti delle inquietanti vicende del Csm, al punto che un suo insigne esponente si e’ dovuto collocare in pensione anticipatamente. Anche la Cassazione, quindi, va sottoposta a opportuni controlli. Abito nel quartiere, provvedero’ personalmente al piu’ presto”. Lo dichiara il senatore di Fi, Maurizio Gasparri. Fratoianni, LeU: “Scelta di buon senso” “Quella delle Sezioni unite della Corte di Cassazione e’ una scelta di giustizia ed e’ sopratutto una scelta di buon senso”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu, commentando la sentenza della Suprema Corte per cui non e’ reato la coltivazione domestica di piccole quantita’ di cannabis. “Lo Stato deve colpire al cuore gli affari delle mafie – prosegue e non limitarsi a colpire milioni di consumatori di cannabis, impegnando inutilmente le forze dell’ordine. La verita’ e’ che prima o poi in Italia bisognera’ legalizzare l’uso della cannabis. Ce lo dice l’esperienza di quei Paesi che lo hanno fatto in questi anni, ce lo dice la cattiva esperienza di chi continua ad agitare argomenti inutili e pericolosi. E nei prossimi mesi – conclude Fratoianni – questo Parlamento potrebbe trovare, e me lo auguro davvero, una via d’uscita legislativa seria e ragionevole”. Della Vedova: “Si rompe un tabù” “La svolta positiva della Cassazione sulla liceita’ della coltivazione domestica della cannabis e’ piena di ragionevolezza. Si rompe un tabu’. Ora andiamo avanti: con cannabis legale avremmo piu’ sicurezza e miliardi per lo Stato sottratti alla criminalita’”. Lo scrive su Twitter il segretario di Piu’ Europa, Benedetto Della Vedova. Magi: “Superare normativa illogica e sbagliata” “Una buona notizia natalizia quella della sentenza delle sezioni unite penali della Cassazione che ha stabilito in materia di cannabis che “non costituiscono reato le attivita’ di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica”. La cassazione ha fatto valere il buon senso e la logica con l’equiparazione della coltivazione per uso personale al consumo, ora tocca al Parlamento, dove sono depositate diverse proposte che vanno decisamente in questa direzione -tra cui la legge di iniziativa popolare Legalizziamo promossa da Radicali italiani e Associazione Coscioni e una proposta di iniziativa parlamentare recentemente depositata con firme di deputati di diversi gruppi – , superare una normativa illogica e sbagliata”, così in una nota il deputato di Radicali +Europa Riccardo Magi.
Fonte: rainews.it
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