Questo sarebbe il momento giusto per legalizzare la cannabis in Italia

Questo sarebbe il momento giusto per legalizzare la cannabis in Italia

La maggioranza ha votato no alla discussione del ddl Mantero sulla legalizzazione. Eppure mai come ora sarebbe importante affrontare il tema, visti gli effetti positivi sulle casse dello stato e sull’occupazione in tempi di crisi

(foto: Uriel Sinai/Getty Images)

Sembra che anche questa volta la legalizzazione della cannabis non sia tra le priorità italiane. Certamente non lo è per l’opposizione, quella destra che ha fatto del proibizionismo e della guerra agli spacciatori di morte il cavallo di battaglia dei propri post in caps lock sui social network. Ma anche Pd e M5S, che tra le proprie fila contano diversi parlamentari in passato paladini della legalizzazione, oggi non considerano una priorità la discussione sul tema.

Il senatore Lello Ciampolillo, appartenente al gruppo Misto, ha denunciato la bocciatura della maggioranza alla sua richiesta di calendarizzazione del ddl Mantero per la legalizzazione della cannabis. Un testo che tra le altre cose mira a depenalizzare la cessione gratuita di modiche quantità della sostanza, rende legale l’autoproduzione di un numero massimo di tre piante e predispone i cannabis social club. “Praticamente hanno votato no insieme ai partiti di destra”, ha sottolineato. Subito sono volati gli stracci: Michele Sodano, tra i parlamentari che in passato si sono spesi per la legalizzazione, ha attaccato l’ex pentastellato Ciampolillo. “Non puoi arrivare in capigruppo e senza nessun accordo preliminare e pretendere che un qualsiasi ddl venga calendarizzato nel mese in corso”, ha ribattuto, bollando il tutto come propaganda dannosa per la causa stessa della legalizzazione.

A prescindere da chi ha ragione, l’unica certezza è che anche questa volta non si parlerà di legalizzazione della cannabis. Ed è un gran peccato, perché se a una lettura superficiale può sembrare che in tempi di pandemia ci siano altre priorità di cui occuparsi, la realtà è che mai come oggi la fine del proibizionismo potrebbe rivelarsi un aiuto per la disastrata economia italiana.

Da una parte c’è uno stato che mai come ora ha bisogno di risorse finanziarie con cui sostenere una popolazione economicamente al collasso. C’è il rubinetto dell’Unione Europea, certo, ma altrettanto certamente ogni altra fonte di introiti con cui riempire le casse risulterebbe ben accetta. La cannabis potrebbe essere una di queste. Uno studio dell’università di Messina ha ipotizzato uno scenario di marijuana legale tassata allo stesso modo delle sigarette. Immaginando un costo di dieci euro a dose e moltiplicando per il consumo annuo della sostanza in Italia, il beneficio economico per lo stato si aggirerebbe intorno ai sei miliardi di euro. A questo andrebbe poi aggiunta la riduzione dei costi della repressione, tra operazioni di polizia, carceri e lotta a una criminalità organizzata che uscirebbe notevolmente ridimensionata dalla legalizzazione. Le stime parlando di un risparmio di 600 milioni di euro all’anno.

C’è poi il lato occupazionale. Mentre l’Ocse parla di 1,5 milioni di posti di lavoro a rischio in Italia, la legalizzazione della cannabis darebbe vita a una filiera che dai campi ai punti vendita, passando dalla distribuzione, potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di persone. In Colorado, stato americano con  5,7 milioni di abitanti (meno di un decimo dell’Italia), in sei anni di cannabis libera sono stati creati 41mila posti di lavoro. Secondo le stime, nel Belpaese si potrebbe arrivare a 350mila.

Non sarà la cannabis a risollevare l’Italia da una delle crisi peggiori che si ricordino, è vero: però potrebbe dare una boccata d’ossigeno quantomeno a una fetta di paese. Parlare di legalizzazione oggi non è allora fuori luogo, perché la battaglia non è solo ideologica ma anche e soprattutto economica e sociale. Il problema però è che in un paese conservatore quale è l’Italia viene vissuta solo nella prima accezione, con il fronte del no avvinghiato sulle sue posizioni appartenenti al secolo scorso.

La pandemia del 2020 può sembrare l’evento tragico che ha messo una volta per tutte nel cassetto la discussione sulla fine del proibizionismo. In realtà, uno stato con una certa visione al futuro dovrebbe rendersi conto che è proprio questo il momento di agire, perché mai come ora la legalizzazione potrebbe dispiegare i suoi effetti positivi sulla popolazione. Non c’è più tempo da perdere per mettere in calendario una discussione credibile sul tema.

A Tel Aviv “piove” cannabis dal cielo. L’iniziativa di un gruppo di attivisti per la legalizzazione

A Tel Aviv “piove” cannabis dal cielo. L’iniziativa di un gruppo di attivisti per la legalizzazione

In piazza Rabin, teatro di comizi e proteste nel centro di Tel Aviv, giovedì pomeiggio sono piovuti sacchetti di cannabis. “È un uccello? È un aereo? No, è il Green Drone che ti manda cannabis gratis dal cielo”, così il gruppo di attivisti promotori dell’iniziativa per la legalizzazione a scopo ricretivo della cannabis, aveva annunciato tramite un suo canale social, l’arrivo sulla piazza di un drone carico di confezioni di marijuana. La polizia, dopo aver recuperato decine di sacchetti, ha arrestato i tre uomini che pilotavano il drone. Attualmente, l’uso medico della cannabis è consentito in Israele, mentre l’uso ricreativo è illegale ma in gran parte depenalizzato.

Come si può utilizzare la cannabis legale?

Come si può utilizzare la cannabis legale?

Fino al 2016, la cannabis non terapeutica era appannaggio praticamente solo dei mercati illegali

 

Parlare di cannabis legale significa chiamare in causa una pianta che, negli ultimi anni, ha cambiato radicalmente il mercato italiano e in generale la cultura. Per rendersene conto, basta pensare che, fino al 2016, la cannabis non terapeutica era appannaggio praticamente solo dei mercati illegali.

Con la Legge 242/2016 entrata in vigore nel gennaio dell’anno successivo, sono stati consentiti il suo consumo e la sua commercializzazione (a patto di parlare di cannabis caratterizzata da una percentuale di THC compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%).

In pochi anni, è nato un giro d’affari fiorente e hanno preso piede sia tantissime attività fisiche – growshop – ma anche business online. E-commerce come Cbdmania.it hanno, in pochi anni, visto il loro fatturato crescere esponenzialmente.

Detto questo, è interessante scoprire in che modo tutto questo impatta la quotidianità delle persone. In poche parole, cerchiamo di capire assieme in che modo si può utilizzare la cannabis light.

Ricerca di relax

Quando si parla di cannabis light legale, si inquadra un’ottima alternativa per rilassarsi senza effetti collaterali. Questo effetto si deve in particolare al CBD o cannabidiolo. Principio attivo più famoso dopo il THC e privo di effetti psicoattivi, è considerato un eccellente elisir anti stress. Uno dei modi per assumerlo è l’olio, facile da gestire e adatto anche a chi è alle prime armi con l’utilizzo della cannabis light. Per assumere il CBD si può ricorrere anche ai cristalli, che possono essere sia sciolti sulla lingua, sia vaporizzati. Da non dimenticare è poi la possibilità di scaldarli, facendo però attenzione a non esagerare con la temperatura (il rischio è quello di intaccare le proprietà del CBD).

Alimentazione

In questo caso, bisogna aprire una parentesi a dir poco ampia. Parlare dell’utilizzo alimentare di tutto quello che riguarda il mondo della canapa significa, infatti, chiamare in causa il profilo nutrizionale straordinario dei semi. Quando li si nomina, è importante citare la loro ricchezza in vitamine del gruppo B, ma anche la presenza di un antiossidante portentoso come la vitamina E. Degna di nota è anche la ricchezza in acidi grassi essenziali, contraddistinti da un forte potere antiossidante.

Proseguendo con le cose da sapere per forza quando si discute dell’utilizzo alimentare della cannabis light troviamo l’importanza della farina di canapa che, essendo senza glutine, può essere impiegata tranquillamente per l’alimentazione dei celiaci e degli intolleranti al glutine (attenzione: si tratta di condizioni diverse ma che richiedono entrambe l’eliminazione dalla dieta del sopra citato complesso proteico).

Uso tessile

Negli ultimissimi tempi, ha preso sempre più piede l’utilizzo delle fibre tessili di canapa. A contribuire al loro successo ci ha pensato senza dubbio la necessità di indossare le mascherine e la comodità di averle a disposizione lavabili. Non dimentichiamo poi che, quando si parla della canapa, si inquadra una pianta estremamente sostenibile, che lascia nutrito il suolo in cui viene coltivata senza assorbire metalli pesanti.

Ambito veterinario

Anche se non è il primo pensiero che viene in mente quando ci si chiede “Come viene utilizzata la cannabis light?”, anche l’ambito veterinario ha tratto grande giovamento dal cambiamento radicale arrivato con la Legge 242/2016 (stiamo parlando sempre di contesto italiano).

Tra gli impieghi del CBD in veterinaria, è possibile citare le situazioni in cui si ha la necessità di attenuare gli stati d’ansia dell’animale. Uno di questi casi è legato alle circostanze in cui il proprio amico a 4 zampe, per esempio il cane, ha paura di rimanere da solo in casa. Anche se il CBD non ha effetti collaterali, prima di somministrarlo al proprio animale domestico è opportuno chiedere consiglio al veterinario.

Redazione Nove da Firenze

Cannabis legale. Canada. Per la prima volta le vendite legali hanno superato quelle illegali

Cannabis legale. Canada. Per la prima volta le vendite legali hanno superato quelle illegali

Le vendite legali di cannabis per maggiorenni sono iniziate in Canada nel 2018. Il Canada è solo uno dei due paesi in cui le vendite di cannabis sono legali, l’altro è l’Uruguay.
Tuttavia, a differenza dell’Uruguay che limita le vendite ai residenti, il Canada consente le vendite a tutti i maggiorenni indipendentemente dalla residenza. Per molti versi il Canada è il più grande esperimento industriale e politico sulla cannabis al mondo.

La transizione delle vendite dall’illegalità alla legalità è stato un processo turbolento in questo Paese, e c’era da aspettarselo. Dopotutto, il Canada è la prima nazione ad aver avviato un’impresa così massiccia nel settore della cannabis, quindi non c’è da stupirsi se ci sono delle battute d’arresto.
Dall’avvio della legalizzazione il governo canadese si è molto impegnato per combattere il mercato clandestino, che continua ad essere maggiore rispetto a quello legale. Tuttavia, la situazione è cambiata: è stato registrato il primo trimestre in cui le vendite legali di cannabis hanno superato le vendite illegali.

Così viene diffusa la notizia dall’agenzia Bloomberg:
La spesa delle famiglie canadesi per la cannabis legale nel secondo trimestre dell’anno ha superato per la prima volta il mercato illegale, mettendo una pietra miliare significativa per l’industria della cannabis legale.
Statistics Canada ha dichiarato venerdì che la spesa delle famiglie canadesi per la cannabis ricreativa ha raggiunto $ 648 milioni nel secondo trimestre del 2020, con un aumento del 74% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel frattempo, la spesa per la cannabis medica è rimasta invariata a $ 155 milioni nel secondo trimestre.
La spesa delle famiglie canadesi per la cannabis illegale è scesa a un nuovo minimo di $ 784 milioni nel secondo trimestre, ha aggiunto StatsCan. Nel complesso, il mercato legale della cannabis rappresenta ora il 50,5% di tutte le spese legate all’erba in Canada.

Si tratta di una pietra miliare significativa non solo per il Canada ma anche per il resto del mondo. Tutti gli “occhi della politica sulla cannabis” di tutto il mondo sono sul Canada per vedere come stanno andando le cose.

La situazione in Canada è tutt’altro che perfetta, e il fatto che il mercato legale sia ora seriamente in concorrenza con il mercato illegale è molto significativo. È un segno importante che la legalizzazione stia funzionando in Canada, e se il Canada può farlo, presumibilmente possono farlo anche altre nazioni in tutto il mondo.

(Articolo di Johnny Green, pubblicato su ICBC – International Cannabis Business Conference – del 31/08/2020)Le vendite legali di cannabis per maggiorenni sono iniziate in Canada nel 2018. Il Canada è solo uno dei due paesi in cui le vendite di cannabis sono legali, l’altro è l’Uruguay.
Tuttavia, a differenza dell’Uruguay che limita le vendite ai residenti, il Canada consente le vendite a tutti i maggiorenni indipendentemente dalla residenza. Per molti versi il Canada è il più grande esperimento industriale e politico sulla cannabis al mondo.

La transizione delle vendite dall’illegalità alla legalità è stato un processo turbolento in questo Paese, e c’era da aspettarselo. Dopotutto, il Canada è la prima nazione ad aver avviato un’impresa così massiccia nel settore della cannabis, quindi non c’è da stupirsi se ci sono delle battute d’arresto.
Dall’avvio della legalizzazione il governo canadese si è molto impegnato per combattere il mercato clandestino, che continua ad essere maggiore rispetto a quello legale. Tuttavia, la situazione è cambiata: è stato registrato il primo trimestre in cui le vendite legali di cannabis hanno superato le vendite illegali.

Così viene diffusa la notizia dall’agenzia Bloomberg:
La spesa delle famiglie canadesi per la cannabis legale nel secondo trimestre dell’anno ha superato per la prima volta il mercato illegale, mettendo una pietra miliare significativa per l’industria della cannabis legale.
Statistics Canada ha dichiarato venerdì che la spesa delle famiglie canadesi per la cannabis ricreativa ha raggiunto $ 648 milioni nel secondo trimestre del 2020, con un aumento del 74% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel frattempo, la spesa per la cannabis medica è rimasta invariata a $ 155 milioni nel secondo trimestre.
La spesa delle famiglie canadesi per la cannabis illegale è scesa a un nuovo minimo di $ 784 milioni nel secondo trimestre, ha aggiunto StatsCan. Nel complesso, il mercato legale della cannabis rappresenta ora il 50,5% di tutte le spese legate all’erba in Canada.

Si tratta di una pietra miliare significativa non solo per il Canada ma anche per il resto del mondo. Tutti gli “occhi della politica sulla cannabis” di tutto il mondo sono sul Canada per vedere come stanno andando le cose.

La situazione in Canada è tutt’altro che perfetta, e il fatto che il mercato legale sia ora seriamente in concorrenza con il mercato illegale è molto significativo. È un segno importante che la legalizzazione stia funzionando in Canada, e se il Canada può farlo, presumibilmente possono farlo anche altre nazioni in tutto il mondo.

(Articolo di Johnny Green, pubblicato su ICBC – International Cannabis Business Conference – del 31/08/2020)

La cannabis in cucina: dal benessere all’estetica

La cannabis in cucina: dal benessere all’estetica

I semi di cannabis non servono esclusivamente alla produzione di canapa industriale. Si tratta anche di importanti elementi da poter inserire all’interno delle proprie abitazioni, capaci non solo di svolgere l’importante ruolo di elementi estetici di decorazione, ma anche di ingredienti molto importanti per il proprio benessere.

L’acquisto sugli shop di semi femminizzati, infatti, interessa tanto il grande agricoltore quanto il privato cittadino che ha come hobby quello della cucina o del giardinaggio.

Ma vediamo meglio e nel dettaglio cosa si intende affermando che la cannabis si adatta sia alla cucina, come importante ingrediente sano per la preparazione di cibi intriganti, sia nei balconi e nei soggiorni, come importante elemento decorativo.

Cannabis e benessere

Non si tratta affatto di teorie prive di fondamento: anche i semi di cannabis fanno bene ed è stato attestato da numerosi ricercatori presso i maggiori poli universitari statunitensi.

Un importante studio in particolare, pubblicato dal National Institute of Health degli Stati Uniti, raccoglie tutte le principali scoperte fatte in merito.

I semi di cannabis, infatti, figurerebbero all’interno di quegli alimenti universali, che si adattano a qualsiasi dieta e che aiutano complessivamente l’organismo ad assumere tutte le principali sostanze di cui ha bisogno.

Stando a questo studio, infatti, i semi di cannabis sarebbero ricchi di:

  • Proteine;
  • Vitamine (E, B1, B2, B3, B6 e B9);
  • Acidi grassi;
  • Minerali;
  • Fibre;

In particolar modo, per quanto riguarda l’apporto proteico, i semi di marijuana hanno un elevato valore biologico, essendo ricche di tutti gli amminoacidi essenziali necessari al nostro corpo. In questo modo fornirebbero una valida alternativa a tutte le diete vegane che non possono in alcun modo assumere proteine animali.

Gli acidi grassi contenuti nei semi di cannabis, inoltre, presentano concentrazioni di gran lunga superiori al pesce azzurro (le sardine sono quelle che ne contengono in quantità maggiore). Infatti, 100 grammi di sardine presentano 4,08 grammi di omega-3. I semi di cannabis, invece, ne presentano 9,6 per ogni 100 grammi!

I benefici della cannabis in cucina

Questo significa che il consumo abituale di cannabis, sia assoluta che all’interno di altri alimenti, aiuta a mantenere sano l’organismo.

Il basso apporto calorico, inoltre, lo indicano come un importante componente delle diete dimagranti, fornendo al corpo tutti gli elementi nutritivi di cui necessita per mantenere un metabolismo sano, senza compromettere il desiderio di diminuire le calorie ingerite.

Non presentando grassi nocivi (saturi e trans), inoltre, non va ad aggravare situazioni precarie dell’apparato cardiovascolare ma, al contrario, permettono di abbattere problemi collegati al colesterolo.

Infatti i semi di cannabis si sono dimostrati connessi ad un aumento del colesterolo HDL, o “colesterolo buono”, implicato nello smaltimento e nell’abbassamento dei valori del colesterolo LDL, o “colesterolo cattivo”.

Inserire i semi di cannabis nella propria dieta, dunque, permette di ottenere benefici a 360°, combattendo o prevenendo la maggior parte dei disturbi connessi all’alimentazione.

Cannabis ed estetica

Ma l’acquisto di semi di cannabis non è solo legato all’impiego alimentare. La pianta di canapa, infatti, è entrata nei miti e nelle leggende di numerose civiltà, divenendo oggetto di culto e pianta rituale per le popolazioni orientali e europee.

Si tratta della pianta della fertilità e della vitalità, connessa fin dal principio con riti propiziatori legati alla sfera sessuale e all’aspetto più vigoroso della vita.

Dai Veda indiani fino ai riti nordici della dea Freya, infatti, la cannabis ha sempre affascinato gli uomini che la hanno impiegata per mille diverse applicazioni.

Osservando una pianta di cannabis non è difficile coglierne il motivo: si tratta di un vegetale dall’incredibile forza vitale. A partire dalle ampie foglie dai colori accesi fino all’aroma che diffonde nell’ambiente, la pianta di cannabis risulta essere un’ottima soluzione per conferire calore ad un balcone, un giardino o un interno.

Semi femminizzati a scopo ornamentale

I semi femminizzati di cannabis solitamente si presentano come ibridi di Sativa o Indica con la Ruderalis, ovvero la specie originaria dell’Europa.

La componente genetica della Ruderalis conferisce particolare robustezza alla pianta e le permette di mantenere dimensioni contenute, adatte anche alla coltivazione indoor come pianta ornamentale.

La scelta sulle varietà diverse, dunque, riguarda la componente Sativa o quella Indica.

Semi femminizzati di cannabis Sativa

La caratteristica principale della varietà Sativa le derivano dall’ambiente originario. Si tratta di una varietà, infatti, che solitamente cresce nelle fasce climatiche tropicali.

Per questo motivo solitamente presenta un fusto slanciato, foglie ampie e ramificazioni nette. L’esigenza principale di questa pianta è quella di catturare il più possibile la luce solare e per questo preferisce mantenere colorazioni chiare e un profilo slanciato.

Inserita all’interno di un ambiente domestico, la cannabis di varietà Sativa conferisce particolare energia e vitalità all’ambiente, mitigando lo spazio con le sue ampie foglie seghettate.

Semi femminizzati di cannabis Indica

Al contrario, la varietà Indica è solita crescere negli altipiani rocciosi del Medio Oriente e per questo ha sviluppato un fenotipo adeguato agli ambienti secchi, ventosi e nei quali è difficile reperire fonti di acqua.

Si presenta, dunque, con una caratteristica forma a cespuglio, fusti bassi e ramificazioni molto dense. Il fogliame, dalla colorazione tipicamente più scura, è fitto e la pianta mantiene un aspetto compatto.

La sua particolare caratteristica è quella di diffondere nell’ambiente aromi speziati, con sentori fruttati o agrumosi in base alle varie tipologie.

Comprare i semi di cannabis giusti

Detto questo, una volta selezionato il tipo di cannabis che meglio si addice alle proprie esigenze, sia per impiegarla come pianta ornamentale sia per inserirla nel proprio giardino e coltivare in piena autonomia i propri semi, il passaggio necessario è quello di procedere all’acquisto.

Il consiglio fondamentale è quello di rivolgersi esclusivamente a shop online certificati, che garantiscono ogni tappa dell’acquisto e della produzione del seme. In Italia ve ne sono molti e Sensoryseeds è solo uno tra i tanti: solo acquistando presso fonti affidabili, infatti, si potrà essere sicuri della qualità e della naturalezza dei semi femminizzati.