L’estendersi dell’epidemia di Covid-19 (il conto è salito ieri, in Italia, a 9.172 casi e 463 morti, con 724 guariti; nel mondo sono oltre 110 mila, qui la mappa) ha spinto il governo a estendere a tutto il Paese le misure già previste per le aree arancione: ci si potrà spostare solo «per comprovati motivi di salute e di lavoro» (qui il modulo per l’autocertificazione). Anche lezioni scolastiche e gare sportive, Serie A inclusa, sono sospese fino al 3 aprile. Ai timori sul fronte sanitario si aggiungono quelli per il crollo delle Borse mondiali (colpa non soltanto del coronavirus, ma anche della «guerra del petrolio» fra Arabia Saudita e Russia) e per la rivolta, tragica, nelle carceri italiane. Ci sono, però, alcuni buoni segnali: il numero di nuovi casi in Cina è crollato; in Italia il «paziente 1» di Codogno, sta meglio: è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub-intensiva.
Primo giorno di Italia come “zona protetta” per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. La decisione del governo nella serata di lunedì ha spinto l’Austria a chiudere le frontiere, Spagna a cancellare il traffico aereo fino al 25 marzo, una decisione arrivata poco dopo la comunicazione di Ryanair dell’interruzione dei voli da e verso il nostro Paese dalla mezzanotte fino al 9 aprile.La Lombardia chiede stop a negozi, ditte e trasporti.
Così, mentre Piazza Affari prova a reagire dopo il tracollo di lunedì, Vienna ha stabilito “in accordo con Roma”, come affermato dal cancelliere Sebastian Kurz, di chiudere le frontiere e di consentire il rientro agli austriaci, che dovranno mettersi in quarantena per 14 giorni. Ma fonti romane smentiscono che l’Austria abbia concordato la decisione, ma l’ha solo notificata all’ambasciatore una volta presa. Tuttavia, dalla Commissione Ue, fanno sapere che al momento non c’è alcun Paese che ha notificato la sospensione temporanea di Schenghen e ristabilito i controlli alle frontiere. Anche l’Albania e Malta ha deciso di sospendere i trasporti passeggeri, sia navali che aerei, con il nostro Paese. La decisione del governo di Tirana arriva dopo 6 casi di contagio tutti riconducibili a contatti sul nostro territorio.
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