Legalizzare la cannabis dal punto di vista economico significa creare lavoro. E non poco se si guardano i dati reali che arrivano dagli Stati Uniti e le proiezioni fatte dagli analisti. Il milione di posti di lavoro che Silvio Berlusconi promise nel lontano 2001 con il mai realizzato “contratto con gli italiani” negli USA secondo gli analisti sarebbe realtà già oggi, se tutti i 50 stati avessero legalizzato la cannabis, cosa che è invece avvenuta per ora in 11 paesi. Secondo un recente report di New Frontier Data, sotto una piena legalizzazione federale i posti di lavoro potrebbero essere stati 1,46 milioni nel 2019, per arrivare a oltre 1,6 milioni nel 2025.

Ma già oggi la cannabis legale è il settore che sta creando negli Stati Uniti il più alto numero di posti di lavoro in assoluto. Lo raccontano i dati raccolti dagli analisti di Leafly, che pubblicano un report annuale sul tema che racconta che a gennaio 2020 i posti di lavoro a tempo pieno connessi al settore fossero 243700, che diventano 340mila considerando anche quelli part-time secondo le stime di New Frontier.

Anche in un anno difficile per il settore, come è stato il 2019, sono state create quasi 34mila nuove posizioni lavorative a tempo pieno. Un aumento che nel 2018 si era attestato a 68mila nuovi posti. In generale dai circa 122mila lavori del 2017 si è passati ai 240mila di fine 2019, con una crescita incredibile, se paragonata ad altri settori. La cannabis infatti cresce di oltre il 110% in soli 3 anni e, per fare un esempio, per il settore degli installatori di pannelli voltaici in USA è attesa una crescita del 100%, ma in dieci anni, non in 3.

Secondo gli esperti: “L’industria della cannabis ha sofferto i primi dolori della crescita nel 2019. L’esuberanza irrazionale del 2018 ha lasciato il posto alla realtà di un mercato canadese a crescita lenta, alla contrazione del capitale di investimento, alla crisi sanitaria nazionale che sta svanendo e ai licenziamenti di alcuni dei marchi leader del settore”. Ma: “Queste battute d’arresto sono state più che compensate da un’enorme crescita in nuovi mercati come il Massachusetts, l’Oklahoma e la Florida”.

La California, nonostante un 2019 travagliato per il fatto che nel paese si sta assestando la situazione post legalizzazione che ha visto il via nel 2018, rimane il più grande datore di lavoro legale di cannabis in America. Ma è il Colorado dove c’è il maggior numero di cannnabis job pro capite con un posto di lavoro ogni 165 residenti. Intanto il Colorado continua a superare lo stato di Washington. Entrambi gli stati hanno legalizzato la cannabis nel 2012, ma l’industria del Colorado vanta quasi 10mila posti di lavoro in più rispetto a Washington, anche se quest’ultimo ha quasi due milioni di residenti in più.

A livello generale, secondo Ian Siegel, CEO dell’agenzia per trovare lavoro ZipRecruiter.com, le offerte di lavoro connesse a questa nuova industria sono cresciute del 445% dal 2017 al 2018 e di oltre il 200% nel 2019. La stessa agenzia nel febbraio 2019 ha almeno 1400 posizioni aperte, che vanno dal tecnico di laboratorio richiesto ad Adelanto, in California, con una paga oraria compresa tra i 14 e i 16 dollari, o tecnici per l’estrazione di principi attivi che potrebbero puntare ad uno stipendio annuale compreso tra i 40mila e i 60mila dollari che diventerebbero tra i 65 e i 90mila l’anno per il ruolo di Extraction Lab Manager.

Insomma, posizioni ben definite e soprattutto ben retribuite, proprio perché prevedono un’ottima preparazione e una necessaria specializzazione che sta andando di pari passo con la crescita del mercato.

Fonte: www.fanpage.it/