Cannabis: cortocircuito sull’uso terapeutico in Lombardia

Cannabis: cortocircuito sull’uso terapeutico in Lombardia

C’è un cortocircuito sull’uso della cannabis per la terapia del dolore in Lombardia. Tutto a causa di nuove regole prescrittive (la circolare 41027/2019) che “cozzano” con quelle precedenti ma non annullano i piani semestrali di terapia, indispensabili per poter avere accesso ai farmaci.

Quello che sta accadendo ha dell’assurdo: il malato, con in mano una prescrizione perfettamente valida, redatta con le regole in vigore fino al 31 dicembre 2019 e mai formalmente annullata dalla circolare entrata in vigore a gennaio, si reca in farmacia per la preparazione mensile; ma il farmacista, che deve applicare le nuove regole alla lettera, non accetta la prescrizione. E il paziente torna a casa a mani vuote, salvo poi correre (anche senza appuntamento) in uno degli ambulatori lombardi di terapia del dolore per farsi redigere un piano terapeutico in tutta fretta con le nuove regole.

La denuncia arriva da Marco Cerasa, medico di terapia del dolore dal 2019 al Niguarda dopo una lunga esperienza al San Paolo, che ha scritto una lettera al sito Quotidianosanita.it per spiegare la situazione. Il cortocircuito deriva dal fatto che, dal 2020, la Regione chiede che venga scritto il dosaggio espresso in milligrammi di Thc o Cbd, i due principi attivi della cannabis. Una richiesta che prima non era prevista.

La soluzione? Secondo Cerasa sarebbe semplice: «Una circolare ad hoc che potrebbe rendere chiara la piena validità dei piani terapeutici emessi nel 2019, consentendo quindi al farmacista, senza potenziale violazione di norme, di accogliere ancora le prescrizioni sul ricettario regionale emesse secondo le vecchie regole, magari per i primi sei mesi del 2020, evitando in tal modo importanti disservizi a pazienti già sofferenti». La questione è già approdata in Regione: il consigliere di +Europa Michele Usuelli ha scritto all’assessore al welfare Giulio Gallera proponendo un’altra soluzione, ovvero quella di accettare tutti i piani terapeutici del secondo semestre 2019, che non sarebbero ancora scaduti in modo “naturale”.

Fonte: milanotoday.it

Cannabis: via libera a tavola

Cannabis: via libera a tavola

Via libera alla cannabis a tavola. È stato infatti pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa i limiti massimi di Thc negli alimenti. Lo annuncia la Coldiretti. Chiarezza, dunque, sulle nostre tavole per biscotti, taralli, pane, farina, olio, che hanno registrato un boom negli ultimi tempi. Ma c’è anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che fissa i limiti massimi di tetraidrocannabinolo (Thc) negli alimenti, spiega la Coldiretti «sono state date risposte alle centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di questo tipo di pianta. Basti pensare – prosegue – che i terreni coltivati in Italia in cinque anni sono aumentati di dieci volte, passando dai 400 ettari del 2013 a quasi 4000 nel 2018».

Il decreto del ministero della Salute stabilisce, in particolare, che il limite massimo di Thc per i semi di cannabis sativa, la farina ottenuta da semi e gli integratori contenenti alimenti derivati, è di 2 milligrammi per chilo, mentre per l’olio ottenuto da semi è di 5 milligrammi per chilo.

«L’attesa pubblicazione in Gazzetta fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni, rileva Coldiretti, ha visto un vero e proprio boom. Un tipo di coltivazione – conclude – che si estende in tutta Italia, un vero e proprio ritorno visto che fino agli anni ’40 gli ettari dedicati erano quasi 100 mila».

Fonte: ilmessaggero.it

 

 

USA: nuovo Eldorado della cannabis

USA: nuovo Eldorado della cannabis

In Olanda le vendite di marijuana sono iniziate negli anni Settanta in speciali locali, noti come coffee shop. Per molti anni Amsterdam è stata considerata e definita la capitale mondiale della marijuana: sebbene nella legislazione olandese la cannabis sia tecnicamente vietata, la legge non persegue le persone per consumo e detenzione fino a 5 grammi. Tuttavia nel nuovo millennio l’Olanda ha iniziato a perdere terreno nell’emergente mercato globale della cannabis in virtù della mancata piena legalizzazione e dello scarso sostegno del settore da parte del governo.

Un altro fattore che ha intaccato la leadership olandese è stata la legalizzazione e la conseguente apertura di nuovi mercati, tra cui Bloomberg elenca gli Stati Uniti ed il Canada. Allo stato attuale, 11 Stati hanno legalizzato la marijuana negli Usa. Nel 2018 il Canada è diventato il secondo Paese al mondo dopo l’Uruguay ad aver legalizzato completamente la cannabis.

Le autorità olandesi stanno cercando di fermare il declino del settore e dare un nuovo impulso a questo business. In particolare, sono state approvate norme nell’ottica della liberalizzazione, che danno alle aziende di cannabis il diritto di espandere le proprie reti e aprire nuovi coffee shop per il consumo dei propri prodotti. Tuttavia gli esperti sostengono che queste misure di difesa siano state adottate tardivamente. Pertanto, secondo David Duclos, direttore marketing di Sensi Seeds, società olandese produttrice di semi, l’Olanda riuscirà a rimanere il centro mondiale della cannabis per qualche altro anno, ma inevitabilmente cederà il passo ad altri Stati.

Secondo Duclos, la probabilità che le società locali recentemente autorizzate possano competere con le emergenti aziende americane o con gli abusivi del settore è estremamente bassa. All’Olanda la perdita della leadership nel mercato della cannabis costerà miliardi di dollari, afferma convinto l’esperto.

Fonte: it.sputniknews.com

Cannabis libera, depositato il testo del disegno di legge

Cannabis libera, depositato il testo del disegno di legge

E’ stata depositata oggi la versione definitiva del testo del disegno di legge “Manifesto per la cannabis libera”, già anticipato in via preventiva all’ufficio testi del Senato lo scorso mese di settembre. Il primo firmatario sarà il savonese senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero.

“Finalmente la maggioranza è composta da forze politiche che separatamente si sono tutte espresse favorevolmente, adesso è quindi il momento di agire. Legalizzare la cannabis è una questione di buonsenso e una priorità per il paese. Quello di oggi è un altro importante passo su questo percorso difficile, ma che abbiamo il dovere di portare a termine. Sono onorato di aver potuto svolgere, spero bene, il mio ruolo di portavoce, grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla scrittura del testo” spiega il senatore del M5S.

“E’ necessario che si inizi l’iter per lavorare e approvare queste leggi – continua Mantero – è ancora più importante oggi alla luce della recente sentenza della Cassazione sulle droghe, che non ha depenalizzato l’autoproduzione ma ha riscontrato una problematica che era presente nella norma italiana. Bisogna regolamentare l’autoproduzione, indicare quali sono i limiti, i criteri”.

“E’ un’urgenza perchè la depenalizzazione delle droghe leggere porta diversi effetti positivi, intanto è un colpo importante alla criminalità organizzata, gli crea un danno di quasi 4 miliardi di euro, è un risparmio per le casse dello Stato di circa 800 milioni di euro sia per le spese di giustizia sia per le spese delle forze dell’ordine, ma soprattutto è molto importante per i 5-6 milioni di italiani che consumano cannabis e che fino ad oggi sono costretti a rivolgersi alla criminalità organizzata per non rischiare una condanna penale” conclude Matteo Mantero.

Fonte: savonanews.it

Scoperta nuova sostanza nella cannabis: è 33 volte più potente del THC

Scoperta nuova sostanza nella cannabis: è 33 volte più potente del THC

La pianta di cannabis è nota perché una delle oltre 400 sostanze chimiche contiene, il THC, può avere effetti potenti sul cervello. Fino ad ora si pensava che questa fosse la sostanza più psicoattiva prodotta da questa pianta ma sembra che non sia così.
Un team di ricercatori italiani ha infatti annunciato la scoperta di due nuove sostanze cannabinoidi prodotte dalla cannabis, il tetraidrocannabiforolo (THCP) e il cannabidiforolo (CBDP).

Mentre la seconda sostanza può essere considerata molto vicina al cannabidiolo (CBD), una sostanza con effetti rilassanti e che favorisce il sonno, la prima sostanza, a detta degli stessi ricercatori, risulta almeno 30 volte più potente del THC stesso, come riferisce un articolo su Vice che riprende lo stesso studio.
È quello che hanno scoperto i ricercatori eseguendo esperimenti sui topi e iniettando nel corpo di questi ultimi basse dosi di THCP. Quest’ultimo sembrava molto più attivo del THC, anche se ciò non vuole automaticamente dire che una sostanza del genere può avere sugli esseri umani un effetto psicoattivo 30 volte maggiore di quello del THC.

Lo studio, pubblicato su Scientific Reports potrebbe spiegare perché quando si fumano diverse miscele di marijuana si ottengono sensazioni diverse e in generale potrebbe essere utile per chiarire ancor di più l’utilizzo medicinale dello stesso THC.
I ricercatori hanno trovato quantità di THCP e CBDP relativamente basse nelle piante che hanno analizzato ma credono che in altre varietà di cannabis potrebbero essercene quantità maggiori e ciò andrà accertato con ulteriori studi.

Se ciò fosse vero, questi nuovi cannabinoidi potrebbero essere prodotti ad elevate quantità ma si tratta di eventualità ancora molto lontane dalla realtà anche perché non si sa neanche se il CBDP e il THCP possano realmente rivelarsi utili a livello medico come le controparti.
Gli studi necessari potrebbero portare via diversi anni, molti più tempo di quanto sarebbe necessario. Le ricerche riguardo a questa pianta potrebbero essere infatti rallentate dal fatto che essa è considerata illegale ed una droga illecita in molte regioni del mondo.

Fonte: notiziescientifiche.it