Cannabis: quanto è accessibile quella terapeutica?

Cannabis: quanto è accessibile quella terapeutica?

Nuova audizione dell’associazione Infiorescienza in Commissione Quinta – Controlli, verifica attuazione delle leggi, pari opportunità” di Regione Liguria. Oggetto dell’incontro è stato la verifica sullo stato di applicazione di due provvedimenti approvati dal Consiglio regionale sull’utilizzo della cannabis terapeutica.

Convocati al tavolo anche i direttori e commissari di Asl 2 e Asl 3, unitamente al direttore del Policlinico San Martino. “Abbiamo presentato una nota che elenca le problematiche più sentite dai pazienti in cura con la cannabis terapeutica in Liguria. A distanza di alcuni anni, infatti, in questa regione la continuità terapeutica e l’accessibilità alle cure continuano a essere processi fragili, lacunosi, tutt’altro che consolidati – dichiara Valentina Zuppardo, presidente dell’associazione Infiorescienza. Ultimamente registriamo alcuni passi avanti ma restano da sciogliere i nodi più difficili, nonostante il consiglio regionale si sia chiaramente espresso in materia”. Le criticità espresse: resta irrisolta la delicata situazione della mobilità di pazienti di Asl 3 (che raccoglie il 50% degli assistiti liguri) verso la struttura sanitaria dell’Asl 2; si registra la mancata disponibilità a convenzionare le farmacie territoriali per risolvere l’accessibilità alla terapia attraverso l’approvvigionamento da canali privati dei produttori certificati; disomogeneità di trattamento del paziente fra le cinque Asl, poiché non vengono garantite nelle suddette le stesse varietà di terapia (ad alto contenuto di THC, ad alto contenuto di CBD e con simil contenuto di THC/CBD) e stesse tipologie di preparazioni (cartine e olio); carenza di medici prescrittori: ne consegue che sia necessario organizzare una formazione dedicata, come previsto dalla legge regionale e sollecitato nei provvedimenti del Consiglio. Infine resta da risolvere il problema della disponibilità della terapia sul territorio. In tal senso, la carente interlocuzione con il Ministero della Salute causa grossi problemi alla qualità della vita di pazienti già provati dalle patologie. A seguito dell’audizione di Infiorescienza e, contestualmente, delle domande poste dai commissari alle aziende sanitarie locali: entro il 2019 l’Asl 3 prenderà in carico tutti i 170 pazienti che attualmente sono seguiti in Asl 2 ma residenti nel comprensorio genovese. A.Li.Sa integrerà il personale di Asl 3 per poter gestire sia i nuovi pazienti sia quelli che rientreranno dalla gestione di Asl 2.

“È stato creato un tavolo regionale con il compito di migliorare l’approvvigionamento e la distribuzione della terapia. Tavolo che comunque al momento ha coinvolto soltanto Asl 2 e Asl 3. Non è chiaro il mancato coinvolgimento delle altre Asl; il tavolo regionale ha anche il compito di organizzare la formazione; l’Asl 5 ha chiesto una convenzione con l’Asl 4 per la preparazione di olio di bedrocan; l’Asl 3 si sta organizzando per preparare anche olio di bediol; non è stata data evidenza di alcun progetto di ricerca che coinvolga l’Università”.

Fonte: https://www.ivg.it/2019/09/cannabis-terapeutica-audizione-in-regione-accessibilita-delle-cure-e-continuita-delle-terapie/

San Marino: passa l’istanza sull’uso a scopo ricreativo

San Marino: passa l’istanza sull’uso a scopo ricreativo

Se sarà completato, il percorso parlamentare sulla cannabis potrebbe portare a un risultato inedito per il diritto sammarinese: la regolamentazione per scopi ricreativi, con coffee shop e punti vendita. Almeno secondo l’istanza d’Arengo, approvata ieri dall’Aula, che ha come primo firmatario Massimiliano Frisoni. Si è quindi in una fase embrionale, a livello legislativo. I cittadini, nella proposta, definiscono San Marino come uno degli Stati con le politiche “più proibizionistiche in Europa” e sostengono, citando studi in proposito, che il consumo di cannabis sia molto meno dannoso rispetto a alcool e tabacco.

Parlano di “fallimento delle politiche di repressione” e di mercato nelle mani della criminalità. Uno degli aspetti principali dell’istanza è quello economico: i firmatari vedono nella legalizzazione un’opportunità sul fronte delle imposte, dell’occupazione e del turismo. Nel testo, infatti, si parla, tra le altre cose, di negozi da destinare alla vendita e dell’apertura di locali sul modello dei coffee shop olandesi. In Italia associazioni come la Luca Coscioni si battono per la legalizzazione. Posizione opposta per la comunità di San Patrignano.

L’istanza d’Arengo si sofferma anche sulla questione dei limiti massimi per quanto riguarda, ad esempio, la quantità per uso personale o per l’auto-produzione e si appella al legislatore per stabilire o, eventualmente, modificare le soglie.

Fonte: https://www.sanmarinortv.sm/news/politica-c2/cannabis-passa-l-istanza-sull-uso-a-scopo-ricreativo-tra-associazioni-e-comunita-favorevoli-e-contrari-a177139

Sardegna: scovate 7 mila piante di cannabis

Sardegna: scovate 7 mila piante di cannabis

Piante a perdita d’occhio e ben nascoste dietro a coltivazioni molto più ordinarie. Erano oltre 7mila piante di cannabis indica, che venivano coltivate per la produzione di marijuana.

Sono state sequestrate questa mattina, nel Sud Sardegna, nelle campagne di Samassi, dai carabinieri della compagnia di Sanluri, nel corso di un’operazione antidroga iniziata all’alba. In questo momento è al vaglio la posizione di due persone fermate nelle vicinanze della coltivazione illegale.

Secondo quanto riportato da l’Unione Sarda, le piante, tutte individuate in località Pimpisu, vicino alla statale 293, erano nascoste in un campo di granoturco. Il blitz, guidato dal comandante della compagnia di Sanluri, il capitano Giovanni Mureddu, ha avuto l’ausilio dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna e di un elicottero dell’undicesimo nucleo di Elmas. Al taglio e alla raccolta delle piante i militari di Samassi, Sanluri, Furtei, Gesturi, Barumini, Villasor e Serrenti hanno lavorato per ore.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sardegna-dietro-granoturco-piantagione-7mila-piante-cannabis-1755042.html

Cannabis Light: l’affidabilità delle coltivazioni certificate

Cannabis Light: l’affidabilità delle coltivazioni certificate

Negli ultimi anni, anche in Italia, grazie all’approvazione della legge 246 del 2016, è possibile acquistare cannabis light in maniera legale, senza incorrere in nessun tipo di sanzione. La normativa approvata qualche anno fa, infatti, prevede che, secondo determinati parametri che riguardano i livelli di Thc, sia possibile vendere ed acquistare il prodotto in totale legalità. È necessario, infatti, che i livelli si aggirino tra lo 0,2% e (al massimo) lo 0,6%, in modo tale che l’effetto eccitante sia limitato ai minimi consentiti.

La cosa fondamentale, quando si pensa di effettuare degli acquisti di questo genere, è senza alcun dubbio quella di rivolgersi a rivenditori che mettono in commercio soltanto prodotti provenienti da coltivazioni certificate e che quindi garantiscono la qualità del prodotto, oltre che la loro provenienza. Più alto è il valore di Cdb (cannabidiolo), maggiore sarà la qualità del prodotto che andremo ad acquistare.

Può risultare particolarmente conveniente, allora, effettuare ordini direttamente online, scegliendo e-commerce affidabili, in grado di fornire informazioni in merito alla quantità di cannabidiolo contenuto nei prodotti presenti sullo shop. Per trovare il portale più indicato per la consegna nella vostra città, è sufficiente consultare la rete.

Fino a qualche tempo fa, nel nostro bel paese, sembrava assurdo ed impossibile poter acquistare della cannabis, soprattutto online. Da quando la normativa ha legalizzato questo commercio, sempre più persone si affidano a rivenditori affidabili. Bastano davvero pochi click per analizzare e scegliere comodamente dal proprio divano di casa, la varietà e la quantità di cannabis light che si desidera ricevere a casa.

Monte Moro: scoperta piantagione di cannabis, arrestato 53enne

Monte Moro: scoperta piantagione di cannabis, arrestato 53enne

Una vera e propria piantagione di cannabis alle pendici del monte Moro, nei pressi di un vecchio capannone ormai in disuso occupato abusivamente: è quanto hanno scoperto i carabinieri forestali della stazione di Genova Prato, che venerdì hanno sequestrato le piante e arrestato un 53enne genovese ritenuto il “proprietario”, trovato sul posto.

Le piantine, sistemate in un’area destinata in precedenza alla coltivazione di prodotti “leciti”, erano in totale 51, ordinatamente sistemate nei loro contenitori.

Il 53enne, sorpreso in flagranza, è stato arrestato con l’accusa di produzione di sostanze stupefacenti e trasferito nel comando provinciale dei carabinieri, dove ha trascorso la notte in attesa del processo per direttissima fissato per sabato mattina.

Fonte: https://www.genovatoday.it/cronaca/monte-moro-coltivazione-marijuana.html