I festival e gli eventi digitali per celebrare il 4/20 in isolamento

I festival e gli eventi digitali per celebrare il 4/20 in isolamento

Il 20 aprile è una giornata di festa per tutti i fumatori di marijuana del mondo. Da Willie Nelson allo “smoking patio” virtuale di Stoned Alone, ecco come festeggiare dal divano di casa

Nel 1972 un gruppo di ragazzi californiani – che si facevano chiamare “Waldos”, perché passavano gran parte del loro tempo libero vicino a un muro della loro scuola – scoprono che nella zona di San Rafael c’è un raccolto abbandonato di cannabis. Devono trovarlo, e per farlo decidono di incontrarsi ogni giorno alle 4:20 vicino alla statua di Louis Pasteur nel parco della San Rafael High School. Il piano si chiamava “4:20 Louis”, ma sarà un insuccesso: il campo non verrà mai ritrovato, ma da allora i ragazzi useranno “4:20” come parola in codice per incontrarsi e fumare. Il fratello maggiore di uno di loro era Phil Lesh, il bassista dei Grateful Dead, che si appropriarono del codice e lo portarono in tutto il paese, trasformandolo in una sorta di simbolo per i fumatori di tutto il mondo.

Da allora la data del 20 aprile – o 4/20, come si scrive negli Stati Uniti – è diventata una giornata di celebrazioni. I festeggiamenti continuano anche durante l’isolamento da coronavirus, ovviamente in versione digitale e in streaming. Ecco le iniziative più interessanti.

Willie Nelson: “Come and Toke It”

La leggenda del country Willie Nelson ha annunciato Luck Productions: Come and Toke It, un evento in streaming che durerà esattamente 4 ore e 20 minuti. Il programma prevede momenti “erba-centrici”, ricette a base di marijuana e performance musicali di Nelson, Kacey Musgraves, Billy Ray Cyrus, Tommy Chong, Angel Olsen, Margo Price e altri.

Stoned Alone

Alcune crew di Los Angeles – Weed Rave, Stoner’s Night LA e Sesh-Ins – hanno organizzato Stoned Alone, un festival dedicato alla cannabis tutto su Zoom. L’evento prevede un “patio digitale”, DJ set urban house, proiezioni di film e gare di ballo.

Highstream 420 Festival

Melissa Etheridge, Disco Biscuits, The Pharcyde e altri parteciperanno all’Highstream 420 Festival di Washington, che quest’anno sarà in streaming. Oltre ai concerti, l’evento prevede una selezione dei “Great Moments in Weed History”, un workshop e un podcast.

The Great American Sesh In

B-Real, Tommy Chong e Rob Garza dei Thievery Corporation parteciperanno, insieme ad alcuni “luminari della cannabis”, a The Great American Sesh In, un livestream per raccogliere fondi per i medici in prima linea contro il coronavirus.

4/20 World Record Zoom

Tony Diepenbrock, ex capo marketing del brand californiano Flower Co.’s, ha deciso di battere il record mondiale del numero di persone che fumano erba contemporaneamente in video chat. L’evento si terrà su Zoom, e raccoglierà fondi per il Last Prisoner Project.

Cannabis Light, iniziativa a favore di chi combatte il Coronavirus !

Cannabis Light, iniziativa a favore di chi combatte il Coronavirus !

Medici, infermieri, operatori sanitari… professionisti in prima linea nella lotta al Coronavirus. Dalla bergamasca Weedbase una donazione di cannabis light legale e Cbd destinata al personale sanitario La cannabis light, da sempre al centro del dibattito pubblico, è diventata protagonista anche nel nostro Paese grazie alle sue proprietà rilassanti e distensive. Qualità che rendono la cannabis light legale un’alleata perfetta – in questi momenti di forte stanchezza e stress – per le categorie professionali in prima linea nella lotta contro il Covid-19. Si badi bene – per sgombrare il campo da polemiche, accuse e facili ironie – che si sta parlando della cannabis light legale, con un livello di Thc inferiore allo 0,2%, che rende questi prodotti regolari e adatti per finalità mediche. I produttori italiani di cannabis light legale si sono quindi sentiti vicini a questi professionisti e si sono dichiarati disposti a supportare gli ospedali, provati da settimane di emergenza prolungata, con il proprio personale medico esausto.

In particolare nella zona di Bergamo, uno degli epicentri dell’epidemia con oltre 4mila contagiati e numerosi decessi. Ecco perché un’impresa agricola bergamasca, Weedbase, specializzata nella produzione di infiorescenze, ha deciso di donare ad alcuni ospedali lombardi cannabis light e Cdb dal valore di 100mila euro e destinata al personale sanitario.

Tra i benefici riconosciuti ufficialmente dalla comunità scientifica spicca infatti quel profondo rilassamento fisico ed emotivo, garantito da oltre 800 principi attivi, di cui potrà beneficiare il personale sanitario, ogni giorno sempre più provato dalle condizioni talvolta disperate nelle quali versano gli ospedali. “Abbiamo donato e continueremo a donare a tutte le strutture ospedaliere, di assistenza, di sostegno che in queste ore stanno salvando vite – spiega Matteo Dubbini, di Weedbase – I nostri prodotti possono aiutare chiunque in questa battaglia. Ci sono dottori e dottoresse che si commuovono nel vedere i nostri scatoloni pieni di prodotti legali e di grande sostegno in questo periodo storico così delicato. Il personale ha capito che stiamo dando un aiuto tangibile a centinaia di persone. È il nostro modo di ringraziarli per l’enorme sacrificio che stanno portando avanti“.

Coronavirus: boom di consumo negli USA

Coronavirus: boom di consumo negli USA

Il Coronavirus sta portando ad una crescita esponenziale del consumo di Cannabis

 

Il consumo di marijuana ha raggiunto il massimo storico a marzo negli Stati Uniti, quando a causa del coronavirus si e’ diffuso il ‘lockdown’ nel Paese. L’agenzia Bloomberg cita un sondaggio effettuato il mese scorso su 2.500 consumatori di Cowen&Co, il quale ha rilevato che il 33% ha provato la cannabis ad un certo punto della loro vita: si tratta di una percentuale record. E nell’ultimo mese, il 12,8% degli intervistati ha detto di aver fatto uso di marijuana, in crescita rispetto alla media del 12,5% nel 2019. Cowen ha spiegato che le vendite sono aumentate esponenzialmente a marzo perche’ gli americani hanno iniziato a fare scorta in vista della chiusura dei negozi dedicati, con la crescita settimanale che ha raggiunto il 64% nei sette giorni terminati il 16 marzo, l’aumento piu’ alto almeno dall’inizio del 2019. Nelle settimane successive si e’ poi vista una decelerazione.

Bergamo, infermieri e dottori ricevono Cannabis light

Bergamo, infermieri e dottori ricevono Cannabis light

Il territorio bergamasco, così come tutta la Lombardia in genere, sta pagando un tributo altissimo in questa terribile guerra contro il nuovo Coronavirus. Oramai è sotto gli occhi di tutti lo sforzo immane che sta compiendo tutto il personale sanitario per fronteggiare le esigenze di un numero impressionante di pazienti che, a causa del severità del Covid-19, richiede cure assidue e lunghe.

I turni di solito sono molto più lunghi del normale, il personale è sempre scarso rispetto all’incremento di pazienti da assistere e il fatto di non avere a disposizione una quantità apprezzabile di materiale protettivo (calzari e mascherine monouso, guanti resistenti, visiere ecc…) influisce non poco sul livello di stress personale. Da non trascurare i riflessi negativi sull’umore, anche su lungo periodo.

Per alleviare quella condizione si è fatta avanti un’azienda agricola della bergamasca specializzata nella produzione di infiorescenze, con la donazione volontaria di Cannabis light e CBD in favore dello staff sanitario di vari Ospedali della Lombardia per un valore complessivo di 100mila euro.

Parlare oggi di Cannabis terapeutica o di Cannabis come prodotto che non ha niente a che vedere con il classico sballo da spinello suona ancora strano, ma proprio la capacità di rilassare la rende un prodotto naturale ideale. Si tratta di Cannabis light, assolutamente legale anche nel nostro Paese a fronte di un rispetto del livello di THC inferiore allo 0,2% per rendere i prodotti adatti ad uso terapeutico. Il delta-9-tetraidrocannabinolo (detto THC) è uno dei maggiori e più noti principi attivi della Cannabis che, assieme al CBD (ossia il Cannabidiolo), sono somministrate per contenere il dolore cronico di alcune patologie come la fibromialgia, altre patologie autoimmuni, per ridurre la pressione endoculare e a controllare alcuni tic involontari.

Finora si pensava che il THC fosse la sostanza più psicoattiva prodotta da questa pianta ma sembra che non sia così. Un team di ricerca italiano ha annunciato, con lo studio pubblicato su Scientific Reports la scoperta di due nuovi cannabinoidi: il Tetraidrocannabiforolo (THCP) e il Cannabidiforolo (CBDP).

La prima sostanza, a detta degli stessi autori, è almeno 30 volte più potente del THC stesso, mentre la seconda sostanza può essere considerata simile al CBD. Ricordiamo che il CBD è noto per i suoi effetti miorilassanti, sia mediante l’assunzione orale sotto forma di estratti oppure olio, idoneo anche per il massaggio rigenerante.

Le  scoperte dei ricercatori, che hanno eseguito esperimenti sui topi, iniettando nel corpo di questi ultimi basse dosi di THCP. potrebbero offrire l’apertura di nuovi orizzonti sull’utilizzo medicinale dello stesso THC.

Mentre le proprietà rilassanti torneranno utili per tutte le condizioni di sindrome post-traumatica da stress anche dei comuni cittadini che, come dimostrato in tempi di crisi, sono stati costretti all’improvvisa modifica della socialità e potrebbero avere reazioni inconsulte come colui che ha sputato verso i medici.

Legalizziamo la cannabis per risollevare l’economia nazionale

Legalizziamo la cannabis per risollevare l’economia nazionale

 

Forse non è il momento di parlarne, o forse è proprio quello giusto. La crisi economica che sta accompagnando l’emergenza coronavirus e che inevitabilmente avrà conseguenze nei mesi a venire nel nostro Paese, richiederà risposte strutturali. E che sia la volta buona che il tema della legalizzazione della cannabis possa essere affrontato in modo serio e responsabile, e considerato per quello che è: un’opportunità di creare nuove imprese e posti di lavoro, e di sottrarre potere economico alle mafie.

Secondo la Direzione nazionale antimafia il mercato delle droghe in Italia vale 30 miliardi all’anno. Profitti che ogni anno verrebbero reinvestiti – riciclati –  in buona parte in attività economiche legali. I narcotrafficanti sono già oggi tra i maggiori azionisti dell’economia lecita che opera alla luce del sole. 30 miliardi è quanto vale l’intera produzione agricola nazionale, e quasi la metà dell’intera filiera del settore automobilistico italiano. Questo significa che le mafie investono nel mercato legale, mettendo a rischio la concorrenza e gli assetti stessi delle democrazie liberali.

E questo è ancor più minaccioso in un momento di fragilità come quello che stiamo attraversando, con le borse a picco. Il rischio è quello di ritrovarci in un sistema nel quale i beni e i servizi che acquisteremo, i supermercati dove andremo ogni giorno, i ristoranti in cui ceneremo, il lavoro che avremo, saranno in larga parte forniti dall’emanazione di associazioni criminali. La cannabis è la sostanza stupefacente meno pericolosa, e il suo uso massivo – sono almeno 6 milioni gli italiani che la consumano – è paragonabile ad alcol e tabacco.

Legalizzarla sarebbe un atto di buonsenso che gioverebbe notevolmente alla nostra economia. Le stime sono differenti, trattandosi di un fenomeno sommerso, ma dalla legalizzazione avremmo un gettito fiscale di almeno 3 miliardi di euro annui (come riferito dal Prof. Marco Rossi, uno dei maggiori esperti in materia, in commissione Giustizia alla Camera solo poche settimane fa). Alle entrate fiscali derivanti dalla riscossione delle imposte sulle vendite, andrebbero aggiunte le entrate fiscali derivante dalle imposte sul reddito degli addetti al settore (sempre secondo le stime del prof. Rossi sarebbe di circa 1,5 miliardi annui il gettito Irpef per l’impiego di circa 350 mila lavoratori tra stagionali e personale di coffee shop).

A queste cifre vanno aggiunti, infine, i risparmi che lo Stato ricaverebbe dalla repressione. La cannabis, infatti, non solo è la sostanza meno pericolosa ma è anche, paradossalmente la più perseguita (un dato solo: riguarda ben il 96% dei sequestri). La repressione del mercato della cannabis costa almeno 600 milioni all’anno tra spese per forze di polizia, processi e carceri. Insomma, possiamo fare di un momento di difficoltà l’occasione per fare una scelta coraggiosa, utile per la giustizia e anche per l’economia del nostro paese? Dovremmo proprio. E non abbiamo molto tempo per pensarci.