L’uso della cannabis in Italia non è illegale anche se possederlo o venderlo lo è.

 

La polizia continua a chiudere le coltivazioni illegali di cannabis

L’uso della cannabis in Italia non è illegale anche se possederlo o venderlo lo è. La legge inoltre è indulgente per coloro che sono stati catturati con la cannabis per la prima volta, ma i reati ripetuti di solito comportano sanzioni amministrative.

L’Italia ha legalizzato la cannabis per uso medicinale nel 2007, quando il governo ha riconosciuto i benefici terapeutici del THC per una varietà di condizioni mediche.

Cannabis e controversie sulla coltivazione

Leggere di queste cose non è certamente raro quando la cannabis è coinvolta. Ci sono tantissime cause, in ogni stato, mosse da persone che non vogliono che la cannabis sia commercializzata a livello globale. Eppure, chiunque con qualche nozione base sulla marijuana potrebbe dire che, questo prodotto, ha moltissimi effetti benefici da offrire, nonostante le critiche mosse da parecchi stati.

Le coltivazioni di cannabis in Albania

La coltivazione di cannabis in Albania è aumentata del 1.200% nell’anno 2019, come cita un rapporto dei media italiani che riportano quello della Polizia di Stato.

L’Albania era precedentemente conosciuta come un grande produttore di marijuana, fino alla repressione del governo nel 2014, che ha ridotto significativamente il numero di piantagioni di cannabis.

Al suo apice, la coltivazione di cannabis rappresentava circa la metà del PIL albanese. La repressione comprendeva un’operazione di tipo militare che utilizzava elicotteri dell’esercito e corazzati a Lazarat, noto come la “montagna della marijuana” in Europa.

Tre anni dopo, il primo ministro Edi Rama si è impegnato a spazzare via le piantagioni di cannabis su larga scala entro la fine del 2017, con il primo ministro che ha dichiarato più avanti nel corso dell’anno che l’industria stava scomparendo.

Il governo sperava di incoraggiare le attività legali a Lazarat includendo l’insediamento tra 100 villaggi del paese selezionati per l’aggiornamento delle loro infrastrutture. Ma se il nuovo rapporto è corretto, da allora c’è stata una regressione.

Le missioni della Polizia di Stato in territorio albanese

L’emittente pubblica italiana RAI3 ha recentemente riferito che, secondo un rapporto inedito della Polizia italiana, attualmente in Albania crescono circa 100.000 piante di cannabis illegali.

Per questo motivo il Procuratore della Repubblica Giacomo Cataldi nel corso di un’intervista alla suddetta emittente nazionale ha affermato che oggi l’Albania è diventata il principale sito produttivo illegale di cannabis gestito dalla mafia locale collusa con quella italiana ed ha accumulato di conseguenza ingenti somme di denaro, il che ha permesso loro di assumere un ruolo guida nel traffico di droga e in altre attività criminali in Europa.

La lotta contro il traffico di droga del resto è uno dei requisiti chiave dell’UE, insieme alla più ampia lotta contro la criminalità e la corruzione e le riforme della giustizia, affinché il paese ottenga una data per avviare i negoziati di adesione entro la fine dell’anno.

Per questo motivo la Polizia italiana si reca spesso nella vicina Albania per verificare se ci siano piantagioni illegali di “italiani” e distruggerle come prevede la legge.

La legalità della cannabis in Italia

Il Testo Unico del governo Italiano datato 1990 è ancora utilizzato oggi come quadro per la prevenzione, il divieto e la punizione delle attività legate alla droga. Secondo il suddetto testo, l’uso della cannabis non è illegale, ma il possesso lo è.

La legge 79 (introdotta nel 2014) ha identificato tra l’altro la cannabis come una delle droghe meno pericolose. Il possesso di cannabis in grandi quantità (quindi piantagioni) può tuttavia comportare la sospensione della patente di guida o la sua perdita per 1-3 mesi.

Per le droghe più pesanti, questa punizione è estesa da due a dodici mesi. I trasgressori per la prima volta di solito ricevono un avvertimento e una richiesta formale di smettere di usare la cannabis.

La legge inoltre è ulteriormente cambiata nel 2016, consentendo e regolando la produzione di canapa. Ciò ha portato a quella che alcuni chiamano la “mania della cannabis” in Italia, con molti rivenditori che vendono la cosiddetta “cannabis light” nei loro negozi.

Mentre quest’ultima può essere acquistata liberamente, la legge non ne consente il consumo in alcuna forma. Da ciò si evince che il capitolo cannabis per quanto riguarda il nostro paese va riscritto e possibilmente in un modo più chiaro.

Richy Garino