Sì alla coltivazione industriale, no all’uso personale

Le leggi francesi sono estremamente conservatrici quando si tratta dell’uso e del possesso di Cannabis.
Nonostante la Francia produca notevoli quantità di Cannabis a livello industriale, il possesso e il consumo di questa pianta sono fortemente penalizzate.
La Francia è anche uno dei Paesi dell’UE che non ha ancora implementato un programma relativo alla Cannabis Medica.

Coltivazione e possesso

Sebbene l’industria della produzione di canapa in Francia sia molto ben sviluppata, coltivare piante di Cannabis rimane illegale per i cittadini nel Paese.
Le sanzioni per chi dovesse essere sorpreso sono molto severe e possono arrivare fino 20 anni di reclusione o una multa fino a € 7,5 milioni.

La legge non fa eccezioni al riguardo. Anche se l’individuo dovesse coltivare una sola pianta per scopi personali e medicinali, andrebbe comunque incontro ad una sanzione. Tuttavia, in realtà, pochissimi coltivatori di Cannabis hanno ricevuto la pena massima. Coloro che ricevono pene detentive elevate sono di solito coloro che sono coinvolti in attività di coltivazione su larga scala.

Molto simile è la situazione riguardo al possesso di Cannabis: la legge francese infatti vieta l’uso o il possesso di Cannabis. Inoltre non fa alcuna distinzione tra possesso per uso personale o destinato alla vendita.
I trasgressori ricevono trattamenti diversi solamente sulla base della quantità di Cannabis di cui vengono trovati in possesso e alle circostanze in cui questa è stata rinvenuta.

Dal 2018 sono stati introdotti nuovi regolamenti, che permettono alle forze dell’ordine di assegnare una multa in loco per chi dovesse essere sorpreso in possesso di Cannabis.
Questo nuovo regolamento è stato da molti interpretato come una prima apertura verso la Cannabis.
Tuttavia, il ministro degli Interni Gerard Collomb ha sottolineato che la nuova politica non depenalizza l’uso della Cannabis e che ricevere una sanzione non garantisce che non vengano intraprese ulteriori azioni legali.

La difficile vita delle Infiorescenze di CBD

Nel novembre 2017, il Ministro della salute ha annunciato che la presenza di CBD nei prodotti per il consumo era autorizzata, a condizione che non superassero il tenore massimo dello 0,2% di tetraidrocannabinolo (THC).

Questo ha portato all’apertura di un grandissimo numero di “CBD cafés”, che sono però stati chiusi in poco tempo, a causa dell’emanazione di un divieto alla vendita di Infiorescenze di CBD.

La ragione di queste repentine chiusure fu che Agnès Buzyn, il ministro della sanità francese, era dell’opinione che i negozi rappresentassero una minaccia per la salute pubblica perché incoraggiavano l’uso di droghe. Spiegò inoltre che l’esistenza dei “CBD cafés” era legata ad una scappatoia legale che aveva promesso di chiudere, aggiungendo che il governo avrebbe trovato il modo di farli fallire nel giro di poche settimane.
Di conseguenza, i CBD cafés furono chiusi in poche settimane.