Coronavirus, sull’autocertificazione scrive : ” Acquisto Cannabis “

Coronavirus, sull’autocertificazione scrive : ” Acquisto Cannabis “

GENOVA, 21 MAR – Esce da casa e, come prescrive il decreto, ha in tasca l’autocertificazione che presenta alla polizia che lo ferma in via Balbi, nel centro storico di Genova. Nelle motivazioni aveva scritto “vado a comprare stupefacente”. In effetti la polizia gli ha trovato in tasca 11 grammi di cannabis. L’uomo, un genovese di 26 anni, è stato denunciato per violazione del decreto e segnalato come assuntore alla prefettura.

Raffica di denunce anche in queste ore da parte della Polizia per violazione del decreto che impone di rimanere a casa. Venerdì 20 marzo sono stati fermati due ragazzi di origine romena in compagnia di altri due connazionali. I due, sono stati riconosciuti come autori del furto di alcune bottiglie di champagne per un valore di oltre 600 euro. Il furto era avvenuto il 14 marzo e i due sono stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza vicino all’enoteca saccheggiata. I due sono stati denunciati sia per furto che per violazione del decreto. Denuncia anche per un genovese di 19 anni, tra l’altro evaso dagli arresti domiciliari per andare a fare quattro passi vicino alla stazione di Lavagna. E denuncia anche per un uomo di 26 anni, di origini colombiane, che stava tornando a casa sua dopo una cena con gli amici. Alla polizia ha detto di essere snervato dalla permanenza a casa imposta dal governo. Anche due ragazzi di 22 e 21 anni sono stati denunciati: erano seduti su una panchina perché, hanno detto ai poliziotti, si dovevano ‘agganciare’ alla rete wifi del Comune di Genova.

Coronavirus: negli USA scorte di Cannabis, vendite in impennata

Coronavirus: negli USA scorte di Cannabis, vendite in impennata

Picco vendite di cannabis negli USA: residenti e turisti hanno fatto incetta negli ultimi giorni, forse per gestire lo stress dell’epidemia di coronavirus.

Tra chiusure di bar e ristoranti e divieti di circolazione molti americani hanno pensato a metodi diversi per alleviare la tensione, e le vendite di marijuana, negli Stati dove è legale, sono schizzate alle stelle. In Europa era già accaduto in Olanda, dove prima della chiusura del negozi per coronavirus si erano viste lunghe file fuori dai coffee shop. In città come New York, San Francisco e Palm Springs, California, i negozi di marijuana legale sono considerati nella categoria “eesenziali” e molti si sono attrezzati con vendite online e consegne a domicilio per soddisfare i loro clienti. Secondo Ap le vendite sono in aumento anche negli stati di Washington e Colorado. In California il sito di consegne Eaze ha registrato lunedì un aumento degli ordini del 38% rispetto alla media annua, mentre gli ordini di nuovi clienti sono aumentati del 50%. Secondo Weedsmap nella seconda settimana di marzo nello stesso stato sul Pacifico le vendite di cannabis sono cresciute del 66%.

Controlli anti-coronavirus : chiuso negozio di cannabis light

Controlli anti-coronavirus : chiuso negozio di cannabis light

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante, nel quadro delle attività predisposte per garantire l’ottemperanza della popolazione e degli operatori commerciali alle disposizioni governative sul contenimento del coronavirus, hanno denunciato un 39enne di origini tedesche, titolare di un negozio adibito a rivendita di cannabis light nonché a sexy shop di via Antonino di San Giuliano a Catania.

I militari hanno denunciato anche gli avventori trovati all’interno dell’esercizio commerciale, in particolare due cittadini extracomunitari di 21 e 23 anni, due catanesi di 26 e 28 anni, nonché interrotto l’attività in attesa del provvedimento di sospensione proposto alle autorità competenti.

Nel corso del controllo i militari hanno provveduto a sequestrare per i successivi accertamenti di laboratorio circa 430 grammi di sostanza stupefacente tipo marijuana, ritenuta non compatibile con quella di libera vendita.

La situazione chiusura però , per altri molti negozi ancora non è chiara.

Coronavirus : File davanti ai Coffee Shop

Coronavirus : File davanti ai Coffee Shop

Tutti in fila per le scorte.

Non di mascherine e nemmeno di carta igienica o pasta. In Olanda le code oggi pomeriggio si sono create ai coffee shop per acquistare cannabis prima della chiusura di questi esercizi, decisa dalle 18 di oggi fino al 6 aprile prossimo. Così ha decretato il governo per gestire l’emergenza Coronavirus.

La gente si è precipitata in strada perché la decisione del governo è stata improvvisa. Alcune caffetterie sono dovute restare aperte oltre l’orario, altre sono state rigorose e hanno lasciato decide di persone fuori. Un uomo è stato arrestato perché ha cominciato a tossire provocatoriamente per disperdere gli altri in coda davanti un coffee shop a Den Bosch.

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Nel quadro delle misure annunciate per arginare il contagio da coronavirus, il governo dell’Aja – secondo quanto si legge in una nota ufficiale – ha deciso che almeno fino al primo lunedì di aprile non riapriranno neanche le scuole di ogni ordine e grado e gli asili nido. Stessa sorte toccherà anche ai bar e ristoranti, così come le palestre, le saune e i sexy shop.
Il gabinetto del premier Mark Rutte sta ora lavorando a una serie di misure – che probabilmente saranno annunciate domani – per aiutare gli imprenditori in difficoltà che vanno dalla riduzione degli orari di lavoro a prestiti agevolati.

No, la Cannabis non è la cura per il Coronavirus

No, la Cannabis non è la cura per il Coronavirus

Mettiamo subito in chiaro una cosa: la cannabis non cura il Coronavirus. E’ una non-notizia condivisa in internet su blog, siti e social network, senza  nessun fondamento scientifico. La fake news è circolata con diverse versioni: chi sosteneva che la molecola per curare il Coronavirus fosse il CBD, chi invece attribuiva questa proprietà ad un altro cannabinoide, il THCV, alludendo a non meglio precisate ricerche di scienziati inglesi e spiegando che avrebbe ucciso il virus se usato nel modo corretto.

Non c’è niente di vero. La cannabis è una pianta dai numerosi principi attivi ed effetti farmacologici, ma non è la panacea di tutti i mali ed è bene smentire con forza notizie false che rischiano di mettere in pericolo la vita delle persone. “E’ una bufala”, racconta il dottor Lorenzo Calvi, tra i più esperti medici italiani nel settore cannabis. “E’ vero che alcuni terpeni presenti nella cannabis e altre piante come il timo, il basilico, origano hanno proprietà antibatteriche e antivirali e possono essere utilizzate per trattare l’influenza e diminuire l’infezione, così come è vero che alcuni cannabionidi hanno proprietà antinfiammatorie. Ma da qui ce ne passa. Non si cura l’influenza con l’olio essenziale di timo, anche se è presente in farmacopea, può essere una cosa da aggiungere e che può aiutare nella convalescenza e nel recupero, ma non come cura”.

Il dottor Carlo Privitera, medico siciliano e fondatore del servizio di telemedicina Medicomm, racconta che: “Quando ci infettiamo con il virus, lui entra nelle cellule e le danneggia e si crea una prima risposta infiammatoria. Dopodiché i pazienti in cui si complica la situazione vanno in rianimazione per la risposta infiammatoria esagerata scatenata dal virus e questo è un meccanismo in cui la cannabis va ad agire come immunomodulatore. La cannabis in quest’ottica, così come è già stato dimostrato nel trattamento di polmoniti dovute ad altri agenti virali che danno quadri patologici simili, ha dimostrato di poter migliorare i risultati clinici migliorando la risposta infiammatoria. Da medico penso che quantomeno la prova si debba fare, uno degli articoli da citare è uscito su Cell a gennaio 2020 e spiega che i meccanismi biologici e molecolari che si verificano nella sepsi, sono dovuti, oltre che alla presenza dell’agente patogeno, anche e soprattutto dalla reazione infiammatoria che è causa di stress progressivo di organi e apparati. Scriverò al ministro della Salute e nel caso di un riscontro positivo mi muoverò per cercare i capitali necessari”.

Un’idea in sintonia con quella del senatore Lello Ciampolillo, approdato al gruppo misto dopo l’espulsione del M5S, che nei giorni scorsi aveva scritto proprio al ministro Speranza suggerendo una sperimentazione.

Per chi fosse invece nella situazione di poter fumare in compagnia, a livello internazionale è passato il consiglio di non passarsi le canne oltre strumenti come pipe o bong, per evitare la diffusione del virus. “Non è una cosa stupida – sottolinea il dottor Calvi – soprattutto se pensiamo a situazioni come quelle nei coffee shop olandesi o ai cannabis club spagnoli: non è raro che ci siano persone che tossiscono, proprio perché fumano, è non sarebbe proprio il luogo ideale da frequentare durante un’infezione. Passarsi le canne proprio no, meglio evitare. Se parliamo di un paziente l’ideale è che utilizzi altri metodi di somministrazione o un vaporizzatore senza condividerlo con altri”. Con una nota: per chi è positivo al Coronavirus, fumare in generale può essere un’aggravante. “E’ deleterio, perché si contribuisce ad irritare il polmone peggiorando la situazione”, spiega Calvi.

E, a proposito di coffe shop, le stesse code che in Italia si sono viste per accaparrarsi generi alimentari e di prima necessità, in Olanda le hanno fatte per la cannabis. Centinaia di persone si sono messe in coda per fare scorte visto che il governo olandese ha deciso che restino chiusi da ieri fino al 6 aprile così come scuole, asili, palestre bar e ristoranti.

Mentre una connessione da tenere presente in questi tempi difficili, è quella del nostro Sistema Endocannabinoide con quello Immunitario. Il Sistema Endocannabinoide è costituito da recettori sparsi in tutto il corpo umano che permettono alla cannabis di interagire e da alcune sostanze, simili ai cannabinoidi, che il nostro corpo produce naturalmente. La scienza negli ultimi anni lo sta studiando sempre più a fondo perché presiede a molte funzioni vitali per il nostro organismo, tanto da essere considerato come un super-computer che ne presiede il corretto funzionamento. “Oggi più che mai è importante ricordarsi della stretta interconnessione del Sistema Immunitario con quello Endocannabinoide”, ricorda la neuroscienziata e ricercatrice Viola Brugnatelli su Cannabiscienza sottolineando che: “Dagli studi su ratti tenuti in isolamento sociale si è evinto che produciamo meno recettori cannabinoidi durante questi periodi e ci sono tanti metodi naturali che possiamo utilizzare per aumentare il tono endocannabinoide”. Tra i metodi segnalati dalla dottoressa vale la pena ricordare l’assunzione di probiotici, l’esercizio fisico, la diminuzione dell’impatto dello stress o l’assunzione di alcuni cibi e bevande come curcuma e semi di canapa.