La Thailandia ha rimosso la cannabis e i suoi estratti dalla sua lista degli stupefacenti per promuovere lo sviluppo dei prodotti a base di cannabis per scopi medici.
La cannabis e i suoi estratti, come CBD puro, prodotti a base di CBD e prodotti con contenuto di THC inferiore allo 0,2%, sono stati rimossi dalla categoria 5 della lista delle sostanze stupefacenti. La Thailandia aveva legalizzato la cannabis per uso medico e per la ricerca l’anno scorso. Attualmente, solo gli ospedali e le strutture di ricerca sono autorizzati a richiedere licenze per sviluppare estratti medici di cannabis, ma ora le aziende vedono in quest’apertura un’opportunità.
Ishaan Shah, della famiglia miliardaria Shah, fondatore di Ganja Group con sede a Bangkok, ha l’intenzione di fornire cannabis medica all’azienda farmaceutica Megalife Sciences Pcl, appartenente al gruppo di investimento GP Group. “Stiamo lavorando all’estrazione del cannabidiolo (CBD). Questo è il nostro obiettivo a breve termine”, ha detto Shah a Reuters. Il mercato thailandese della cannabis dovrebbe raggiungere i 660 milioni di dollari entro il 2024, secondo la società di analisi Prohibition Partners. Ma le licenze non sono ancora disponibili per le aziende.
Expara, gestore di fondi di venture capital in fase iniziale, punta a raccogliere 30 milioni di dollari entro dicembre di quest’anno per investire in tecnologia legata alla cannabis, ha affermato l’amministratore delegato Douglas Abrams. “Riteniamo che il cambiamento nel contesto normativo sia un indicatore principale della rapida crescita in questo nuovo settore”, ha detto a Reuters.
Finora sono stati rilasciati circa 334 permessi, principalmente a ospedali e agenzie sanitarie. Come avevamo già scritto in questo articolo, la Thailandia aveva consegnato il suo primo lotto di 10.000 bottiglie di estratto di olio di cannabis ai pazienti ad agosto 2019.
Fonte: www.weedworld.it
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