È in continuo aumento il numero di agricoltori statunitensi che, vittime dei prezzi ribassati del grano e dalla minaccia di una prolungata guerra commerciale con la Cina, hanno cercato una via d’uscita in una coltura che fino a poco tempo fa era illegale: la canapa.
Una pianta ricchissima, utilizzata in prodotti che vanno dal cibo ai materiali da costruzione al cannabidiolo, dall’olio di CBD, che viene usato come trattamento per tutto, dall’insonnia all’acne fino alle malattie cardiache alla carta.
Nel 2018 il Farm Bill ha rimosso la canapa dall’elenco delle sostanze controllate dall’amministrazione federale delle droghe e l’ha messa sotto il controllo del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), il quale ha il compito di assegnare le licenze di piantagione di canapa agli agricoltori.
Solo quest’anno le piantagioni di canapa industriale potrebbero raddoppiare rispetto ai 78.176 ettari seminati nel 2018: il mercato americano della canapa sta crescendo insieme all’offerta. Le vendite statunitensi di canapa hanno raggiunto $ 1,1 miliardi nel 2018 e si prevede raggiungeranno $ 1,9 miliardi entro il 2022.
Il motivo? Il potenziale di profitto è elevato: un buon raccolto di canapa per uso alimentare può fruttare ai coltivatori circa $ 750 per acro. Numeri notevolmente superiori alle vendite di altre colture (es. i semi di soia portano in 150 dollari o meno per acro).
L’esperienza nel settore è il fattore fondamentale ma ancora mancante. Gli agricoltori statunitensi devono imparare la scienza di produrre una coltura poco conosciuta e lottare con regolamenti mutevoli e altre incertezze.
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