Oltre 36 milioni di anziani nel mondo sono colpiti da una delle malattie simbolo della modernità: la demenza senile. Questa malattia porta conseguenze altamente debilitanti che possono arrivare fino alla perdita di ogni autosufficienza motoria e mentale. Questo processo probabilmente potrebbe essere rallentato dalla cannabis. A sostenere questa tesi sarebbe una ricerca scientifica pubblicata su Nature Medicine, importante rivista medica. La ricerca condotta da un team di ricercatori dell’istituto di psichiatria molecolare dell’Università di Bonn, in Germania, viene intitolata “A chronic low dose of ∆9-tetrahydrocannabinol (THC) restores cognitive function in old mice” (traduzione: Una dose bassa e continuativa di THC ripristina le funzioni cognitive nei topi anziani). I risultati dello studio sui topi in età avanzata sono estremamente sorprendenti. I ricercatori affermano infatti che la somministrazione controllata di THC non solo ha invertito il declino correlato all’età delle prestazioni cognitive dei topi, ma addirittura ha ripristinato i modelli di trascrizione genetica dell’ippocampo in modo tale che i profili di espressione dei topi anziani (oltre i 12 mesi) somigliassero molto a quelli degli animali senza THC di 2 mesi.

In conclusione, il consumo di cannabis potrebbe non solo contrastare l’avanzare della demenza, ma addirittura invertire il suo corso.