Come la cannabis aiuta il nostro lato artistico
Non è un segreto che molti amanti della marijuana credano che fare qualche “tiro” prima di ascoltare il nuovo album del loro artista preferito o di guardare l’ultima puntata della serie del momento renda l’esperienza davvero migliore, ma…perché?
La risposa, secondo il Dr. Ethan Russo del gruppo di ricerca di Praga, ha a che fare con il modo in cui la cannabis influisce sulle nostre sensazioni: il thc riduce l’abilità di una persona di concentrarsi sul “quadro generale” ma d’altro canto rende più interessanti ed esaltanti i particolari e, una volta che inizi a concentrarti sulle sottigliezze di un dipinto, una canzone o un film l’esperienza sarà molto diversa, e sotto molti punti migliore, rispetto alla stessa esperienza vissuta senza assunzione di cannabis.
Russo ricorda uno studio non correlato in cui le capacità dei soggetti durante la visione di un film sono state temporaneamente migliorate dalla cannabis. “Abbiamo analizzato questo fenomeno e notato che la retina è molto ricca di recettori dei cannabinoidi”, osserva.
Questi stessi recettori sono probabilmente attivati quando vengono introdotti cannabinoidi come il THC.
L’arte interagisce anche con i sistemi di “ricompensa” del cervello, in esso infatti c’è una regione che rilascia sostanze chimiche “di benessere” come la dopamina e la serotonina quando innescate da esperienze piacevoli. Non sorprende che i recettori dei cannabinoidi in questa regione siano altrettanto reattivi al THC.
Storicamente, molti artisti e creatori sono stati legati all’uso della cannabis. A partire da Bob Marley fino ai pensatori creativi come Steve Jobs, il filmmaker Oliver Stone, la cantante Lady Gaga (che ha anche detto di aver bisogno di fumare cannabis per essere creativa) e innumerevoli altri hanno riportato una spinta al loro istinto artistico dopo qualche tiro di marijuana.
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